Un traguardo storico, raggiunto con quattro anni di duro lavoro e una visione chiara. La Dolomiti Bellunesi conquista la promozione in Serie C, riportando il calcio professionistico nella provincia di Belluno dopo mezzo secolo di attesa. A guidare questo progetto ambizioso, Paolo De Cian, presidente e primo tifoso della società, che non nasconde la sua emozione per il risultato ottenuto.
"Sono al vertice di una società formata da un gruppo di persone che quattro anni fa hanno creduto in questa fusione. Erano 50 anni che ci mancava la C: vent'anni fa era la C2, questa è la C vera", ha dichiarato De Cian tra festeggiamenti, abbracci e complimenti, come riportato dal Corriere delle Alpi.
La giornata della promozione è stata caratterizzata da un'atmosfera di giubilo collettivo, ma il presidente ha già lo sguardo rivolto al futuro: "Uno spettacolo. Una festa bellissima. Abbiamo raggiunto l'obiettivo: ora cerchiamo di mantenerlo. Da lunedì si inizia già a pensare alla prossima stagione".
Il successo della Dolomiti Bellunesi rappresenta il coronamento di un progetto territoriale che ha saputo unire diverse realtà calcistiche locali. "È un lavoro di gruppo. Senza quello, non succedeva niente", sottolinea De Cian, evidenziando l'importanza della coesione nella costruzione di questo risultato. "Avevamo programmato di salire in quattro anni, prima delle Olimpiadi: siamo stati bravi, ce l'abbiamo fatta".
La promozione segna anche la piena realizzazione dell'idea fondante del club: rappresentare l'intera provincia e non solo singole località. "All'inizio la gente forse non capiva cosa volevamo fare. Però la nostra idea è sempre stata 'la nostra squadra deve essere la provincia'. Oggi è stata la consacrazione. La Dolomiti Bellunesi non è Belluno, non è Feltre, non è Sedico, ma l'intera provincia", ha affermato con orgoglio il presidente.
In un momento così significativo, non sono mancate le dediche cariche di emozione. De Cian ha voluto ricordare due figure che hanno creduto nel progetto ma che purtroppo non hanno potuto assistere a questo trionfo: "Innanzitutto a Sergio De Cian, che dieci anni fa ci ha detto 'Voi potete andare in Serie C'. Adesso, io caratterialmente sarei come lui: 'Pensiamo alla B'. Però intanto godiamoci la C. E poi a Mauro De Menech, altro nostro ex dirigente, che abbiamo ricordato il primo maggio assegnando ad un ragazzo una borsa di studio in suo onore. Sarebbero stati contenti di essere qui oggi a festeggiare con noi. Due personaggi che guardavano avanti con passione".
La promozione in Serie C rappresenta non solo un traguardo sportivo, ma la realizzazione di un sogno collettivo che coinvolge l'intero territorio bellunese, finalmente tornato nel calcio che conta dopo cinquant'anni di attesa.
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