Dopo 23 lunghi anni, 673 presenze e 63 gol, Manuel Pascali si ritira dal calcio giocato. E’ stato un lungo e bellissimo viaggio il suo, che ora si ferma qui. Uno dei giocatori più apprezzati e amati di sempre chiude una delle pagine più significative della sua vita e a 41 anni, al termine di una carriera che gli ha regalato tante gioie e qualche dolore.
Pascali ha attraversato un quarto di secolo con il pallone tra i piedi e dopo gli inizi con la Sandonatese, e le giovanili nel Monza è stato il lodigiano Carlo Abbiati portarlo a Sant’Angelo dove ha esordito nel calcio dei grandi. Da lì è iniziato il suo lungo cammino: <Sono contentissimo di finire così – commenta Pascali – nel senso che riguardando indietro quella che è stata la mia carriera, posso soltanto essere felice tutto quello che ho fatto. Ho iniziato presto, ma ho fatto tutto in salita e tutto quello che ottenuto me lo sono guadagnato. Fin da piccolo ho lottato per inseguire i miei sogni e anche se ho fatto qualche scelta azzardata e forse un po’ coraggiosa (come quella di lasciare il Monza a 16 anni per tornare giocare con gli amici, ndr) mi viene da dire che le ho sempre fatte con il cuore e alla fine hanno pagato>.
Sant’Angelo, Alessandria, Pizzighettone, Carpenedolo, Foligno, Cittadella, Cosenza, Casertana, Fanfulla e Sangiuliano, sono le sue tappe in Italia, ma è al Kilmarnock in Scozia che Pascali ha scritto la storia. Con la maglia dei Killi infatti il difensore sandonatese ha prima realizzato il gol della vittoria in casa dei Rangers nel novembre del 2011 rompendo un digiuno che durava dal 1978 e poi nel 2012 ha alzato da capitano (primo straniero a indossare la fascia nella storia del club) la Coppa di Lega in finale contro il Celtic.
Nei sette anni che è rimasto in Scozia Pascali è diventato un idolo assoluto tanto che il club gli ha persino dedicato una targa allo stadio: <Anche quella di andare in Scozia a 26 anni è stata una scelta che mi ha premiato – continua l’ex capitano gialloverde – perché sono riuscito a raggiungere quello che un giocatore sogna, al di la dei campionati vinti in quasi tutte le categorie, sono riuscito a coronare il mio sogno di giocare davanti a migliaia di spettatori in uno dei campionati più affascinanti del mondo, di vincere una un trofeo che non era mai successo prima nella storia del club e di finire addirittura nella hall of Fame>.
Il rientro in Italia non è da meno perché con Cittadella e Cosenza centra da assoluto protagonista due promozioni in Serie B prima dell’esperienza con la Casertana e il ritorno a casa con il Fanfulla e soprattutto con il Sangiuliano che porta subito in Serie C al termine della stagione 2021/2022: <Sono molto sereno perché non la vedo come una fine, ma soltanto un cambio di ruolo nel mio nel mio percorso, però in questo lungo viaggio da calciatore vorrei davvero ringraziare tutte le persone che mi sono state accanto fin da piccolo, dalla mia famiglia senza la quale non lo sarei mai riuscito a ottenere nulla, agli amici di sempre, da mio fratello a mia moglie Chiara e i miei due bimbi Filippo e Francesco e ovviamente un grande grazie a tutti i mister che ho avuto e ai compagni e avversari che ho incontrato>.
Di solito quando finisce un percorso si usa guardare indietro e Pascali lo può fare con tanto orgoglio: <Non ho davvero nessun rimpianto – conclude il Paska – ho fatto quello sognavo della mia vita, ho sempre avuto da tutti il massimo rispetto, vedo che la gente ha imparato a volermi bene e questa forse è la soddisfazione più grande un calciatore possa ottenere. Adesso, grazie alla famiglia Luce che mi ha sempre dato massima fiducia, inizia un nuovo capitolo della mia vita>.
Autore: Redazione NotiziarioCalcio.com / Twitter: @NotiziarioC
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