Sono trascorsi quasi tre anni da quel 9 novembre 2022, data in cui fu presentato alla città il progetto per la rifondazione del Savoia. In un lungo e passionale comunicato, la società ripercorre le tappe di una rinascita iniziata in condizioni drammatiche, per lanciare un appello per il futuro.
Al momento del subentro, il club versava in una situazione di totale degrado: ultimo in classifica nel campionato di Eccellenza, senza una sede, privo persino di divise e attrezzature. Un disastro ereditato da una gestione precedente che aveva visto l'ex presidente dileguarsi, lasciando la comunità di Torre Annunziata profondamente ferita nell'orgoglio sportivo.
Gli ultimi tre anni sono stati caratterizzati da un percorso in salita, affrontato tra forte scetticismo e difficoltà di ogni genere. La dirigenza punta il dito contro quelli che definisce gli "stessi volti, i soliti personaggi", accusati di aver tentato di ostacolare il progetto con "cattiverie" e la costante minaccia di inesistenti nuovi presidenti e alternative mai concretizzate. Figure, queste, note in città come i "porta presidenti" che, secondo il club, per anni hanno contribuito alla distruzione del calcio locale.
Una delle criticità maggiori riguarda lo stadio "A. Giraud". La società lamenta una lunga serie di promesse non mantenute e continui rinvii per la riconsegna dell'impianto, inizialmente prevista per il 2023, poi posticipata al 2024. Dopo tre anni di attesa, la struttura è stata finalmente restituita, sebbene ancora incompleta.
Nonostante questi ostacoli, la squadra non ha mai ceduto, lottando strenuamente dentro e fuori dal campo, non solo contro gli avversari, ma anche contro una burocrazia che, invece di supportare chi investe con passione, continua a frapporre ostacoli attraverso "cavilli e formalità". La dirigenza osserva, in un amaro parallelo, che se il medesimo rigore fosse stato impiegato per il controllo dei lavori, oggi l'impianto sarebbe pienamente operativo.
Il Savoia ribadisce la natura del suo progetto, che non è a scopo di lucro, ma intende essere una risorsa sociale, culturale e sportiva. Un patrimonio che oggi coinvolge oltre 600 giovani del settore giovanile, rappresentando un bene cruciale per l'intera Torre Annunziata.
In virtù di ciò, il comunicato si conclude con un pressante invito all'unità: è giunto il momento che tutte le parti in causa – Comune, sfera politica e dirigenza – si riuniscano attorno a un tavolo. L'obiettivo è superare le incomprensioni e pianificare un futuro solido e condiviso. Questo incontro è ritenuto indispensabile, poiché l'impegno della società è massimo per vincere il campionato e, dopo undici anni, il Savoia è tornato meritatamente in testa alla classifica.
Eppure, l'ombra del rischio incombe: se lo stadio "A. Giraud" non sarà adeguato per la Serie C entro i prossimi otto mesi, tutti i sacrifici compiuti rischiano di essere vanificati. La società esorta pertanto a un'azione congiunta, richiedendo "unità, coraggio e volontà di remare tutti nella stessa direzione". La lotta, assicurano i dirigenti, proseguirà con determinazione fino alla fine, supportati da una città intera che si identifica nella storia, nell'orgoglio e nella forza del club.
Il comunicato è firmato da Emanuele Filiberto di Savoia, Nazario Matachione, Alfonso e Tina Santillo, Marcello Pica e Arcangelo Sessa.
Autore: Redazione Notiziario del Calcio / Twitter: @NotiziarioC
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