La redazione di Notiziariocalcio.com sta conducendo un’approfondita indagine sulle criticità logistiche ed economiche che affliggono le squadre sarde impegnate nel campionato nazionale di Serie D. Affrontare un torneo interregionale, spesso con destinazioni lontane e voli vincolanti, rappresenta un onere gravoso che impatta sulla programmazione societaria e sulla condizione atletica dei calciatori.

Abbiamo contattato tutte le società isolane che militano attualmente nel Girone G di Serie D, così come quelle che hanno partecipato al medesimo campionato negli anni precedenti, per raccogliere testimonianze dirette sulle difficoltà generate dalla lontananza territoriale.

Il nostro ospite odierno è Gianfausto Perra, Team Manager della COS Sarrabus Ogliastra, che ci offre uno spaccato crudo e dettagliato delle sfide che la sua squadra e, in generale, il calcio sardo di Serie D, deve affrontare ad ogni giornata lontano da casa. Dalla programmazione serrata dei voli al rischio di perdere l'ultimo aereo, le parole di Perra mettono in luce i sacrifici richiesti per onorare il campionato.

Parliamo subito delle vostre trasferte. Quali sono le maggiori criticità logistiche che la squadra si trova a dover affrontare nel Girone G?

«Noi siamo forse la trasferta più disagiata, anche per chi deve raggiungerci, perché siamo a ben 150 chilometri da Cagliari, che è il nostro punto di partenza per gli spostamenti. Le difficoltà maggiori sono legate al fatto che ogni trasferta va programmata con larghissimo anticipo. Se, ad esempio, abbiamo il volo aereo alle 9:00 del mattino, dobbiamo spostarci da qui già dalle 5:30. Cerchiamo di prendere l'aereo il sabato pomeriggio quando giochiamo nel Lazio, mentre la mattina quando affrontiamo le squadre campane».

«Il vero nodo cruciale è però il volo di rientro. Per questo motivo, chiediamo sempre un anticipo dell’orario di gara. Con gli attuali orari dei voli, si rischia seriamente di perdere l'ultimo disponibile, che per noi che rientriamo su Cagliari è fissato alle 21:50. Ad esempio, per le trasferte campane cerchiamo di giocare non più tardi delle 14:00, e a Ischia, se possibile, addirittura la mattina. Un anno, peraltro, abbiamo avuto nel nostro girone anche formazioni umbre e abruzzesi; è stato, senza dubbio, l'anno peggiore in assoluto».

C'è qualche episodio che riassume bene lo stress e l'imprevisto che possono caratterizzare i vostri viaggi?

«Una volta abbiamo giocato contro la Turris a Torre del Greco e, nel tragitto tra Frosinone e Valmontone, ci siamo imbattuti in una coda chilometrica. Arrivati in aeroporto, il check-in era già stato chiuso per il ritardo accumulato. Per fortuna, il personale di terra ci fece passare tramite una porta di sicurezza e, in quell'occasione, non perdemmo il volo. Ma ogni volta che si scende in Campania, è un vero e proprio terno al lotto. Per le trasferte laziali, invece, i problemi sono decisamente minori: una volta arrivati a Fiumicino, è tutto raggiungibile in un raggio di 40 minuti».

Meglio affrontare le squadre dell'area metropolitana di Napoli rispetto a quelle del Salernitano o della provincia?

«Certamente! L'anno scorso avevamo la Gelbison: cinque ore all'andata e cinque ore al ritorno in pullman. In quel caso devi prevedere anche un altro autista, e non è affatto semplice dal punto di vista organizzativo».

In merito alla trasferta a Ischia?

«Ci comporterà partire la mattina prestissimo del sabato, affrontare un giorno intero di viaggio, giocare la mattina della domenica e rientrare con l'ultimo volo serale. Praticamente, si tratta di due giorni completi dedicati alla trasferta. In alcuni casi estremi, può capitare anche di rientrare il lunedì».

Quali potrebbero essere, secondo la vostra esperienza, le soluzioni più concrete per mitigare queste difficoltà?

«Dovrebbero farci disputare un girone composto unicamente da squadre sarde e laziali, come accadeva anni fa. Oppure, due anni fa avevamo avanzato la richiesta di essere inseriti nel girone lombardo, perché per noi c’è una maggiore continuità territoriale con scali come Roma e Milano. Una volta arrivati a Linate, ad esempio, si raggiungono moltissimi stadi entro un'ora, o anche a Bergamo, sfruttando Ryanair».

La probabile riforma dei campionati che porterebbe il numero delle squadre per girone da 18 a 20 preoccupa, traducendosi in due trasferte in più?

«Ci preoccupa innanzitutto dal punto di vista economico, la stagione andrà programmata in maniera diversa. 20 squadre magari ci mettono una laziale e una campana in più, ma spalmeranno le squadre in eccesso negli altri gironi. Per noi, la questione sarebbe risolvibile, visti gli alti costi di trasporto, solo se la Regione ottenesse la continuità territoriale anche su città come Napoli o Firenze. In quel modo, potremmo "aprirci" a queste trasferte in modo molto più agevole».

Sezione: Esclusiva NC / Data: Gio 06 novembre 2025 alle 14:15
Autore: Redazione Notiziario del Calcio / Twitter: @NotiziarioC
vedi letture
Print