La redazione di Notiziariocalcio.com sta conducendo un'approfondita inchiesta focalizzata sulle sfide logistiche ed economiche che le formazioni isolane devono affrontare per competere nel campionato nazionale di Serie D, in particolare nel Girone G. Questo raggruppamento, che storicamente include squadre laziali e campane, pone le società sarde di fronte a delle trasferte che incidono sul bilancio e sull'organizzazione settimanale.

Abbiamo contattato ogni singola società sarda che milita quest'anno nel Girone G, oltre a club che hanno affrontato il medesimo campionato negli anni passati, per raccogliere testimonianze dirette. Il protagonista della nostra intervista odierna è Gavino Satta, dirigente dell'Atletico Uri, un club che in questa stagione milita nel campionato di Eccellenza, ma che è reduce da ben quattro anni consecutivi di militanza in Serie D. Satta ha fornito uno spaccato chiaro e senza filtri delle problematiche concrete, degli imprevisti e, a sorpresa, anche degli inattesi segnali di amicizia incontrati fuori dall'Isola.

«Dal punto di vista logistico, la difficoltà più seria e grave, ormai questione nota a tutti, riguarda i collegamenti aerei. La grande difficoltà continua a persistere, e chi dovrebbe risolverla fatica a farlo perché le compagnie aeree scaricando di fatto il peso interamente sulle spalle delle società. 
Il problema principale è l'organizzazione: i biglietti vanno prenotati con un minimo di due settimane di anticipo nel periodo invernale (nel periodo settembre dicembre un mese prima), in caso contrario si rischia di non trovare posti sufficienti e di dover far viaggiare la squadra in modo frammentato, magari mezza su Olbia e mezza su Alghero come tante volte è successo a noi. Dobbiamo acquistarli subito e pagarli immediatamente, e la possibilità di cambiarli è estremamente limitata. Questo è particolarmente problematico in caso di imprevisti squalifiche o infortuni: se un calciatore subisce un danno, per esempio, non è possibile cambiare il nominativo del biglietto aereo. Si spera sempre nella comprensione delle altre società per poter rientrare in giornata, altrimenti siamo costretti a restare fuori due giorni.»

Trasferte in Campania: un'inattesa ospitalità

«Contrariamente a quanto spesso si sente dire in giro, posso solo testimoniare che per noi, le trasferte a Napoli e in Campania ci hanno lasciato un ottimo ricordo. Siamo stati accolti con grande disponibilità e ospitalità. In ogni campo ci lasciavano sempre qualche segnale di amicizia, una cosa che mi ha fatto sempre piacere e che, naturalmente, abbiamo ricambiato con piacere. Tutte le società che abbiamo conosciuto e incontrato in Campania sono state una piacevolissima sorpresa per noi, ci auguriamo di rivederle e tornarci presto.»

L'insularità di Ischia e i costi dei traghetti

«Giocare a Ischia comporta il dover prendere il traghetto e affrontare un ulteriore viaggio. Tuttavia, i costi sono sopportabili; chi affronta un campionato nazionale è consapevole che questo fa parte del gioco. Anche in queste circostanze, si spera sempre nella comprensione della società ospitante, tanto che a volte chiediamo di giocare con un paio di ore di anticipo per facilitare il viaggio di ritorno.  È certamente una difficoltà in più, ma le problematiche vere sono altre, e di certo non prendere un traghetto.»

Il sostegno economico della Regione Sardegna

«Dal punto di vista economico, è innegabile che l'aiuto da parte della Regione Sardegna sia fondamentale, se non determinante. C'è grande attenzione verso le squadre che affrontano un campionato nazionale. L'aiuto ammonta sempre a oltre 200 mila euro l’anno.

L'alternanza dei gironi e il ruolo della LND

«La Lega Nazionale Dilettanti (LND) deve in qualche modo gestire la collocazione delle squadre campane, specialmente le salernitane. È vero che con le squadre campane il girone si fa più difficile. Ritengo però che la Lega sia molto attenta in questa gestione, cercando di alternare le collocazioni: fanno un anno in un girone e un anno nell'altro, gestendo le cose in modo equilibrato. I sacrifici si fanno ad anni alterni: noi, ad esempio, in quattro anni di Serie D, siamo andati a Ischia una volta sola.»

La soluzione migliore? Un affetto per il Girone G

«Non ho le conoscenze specifiche per valutare un'alternativa ideale, ma se le squadre sarde venissero inserite, ad esempio, in un girone toscano-umbro, non credo che le difficoltà logistiche sarebbero molto diverse. Si tratterebbe comunque di trasferte sempre importanti che la squadra deve sobbarcarsi; sono aspetti intrinseci dei campionati nazionali. Per quanto mi riguarda, il Girone G è bellissimo, caratteristico, e ci siamo persino affezionati. Ci ritornerei davvero volentieri. Un ipotetico Girone lombardo? Tutto è fattibile, è solo una questione organizzativa, ma non credo che i collegamenti con Milano siano più facili di quelli con Roma. Inoltre, inserire le 5-6 sarde al nord implicherebbe lo spostamento di altre squadre in altri gironi, e questo comporterebbe sacrifici per altre società.»

Sezione: Esclusiva NC / Data: Mar 04 novembre 2025 alle 14:15
Autore: Redazione Notiziario del Calcio / Twitter: @NotiziarioC
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