«Napoli è una tappa nuova in cui mi confronto con ambizioni importanti. Meret? Ci unisce una grande amicizia. La sfida con la Juventus sarà difficile: va preparata in ogni dettaglio, come facciamo sempre»
A Radio CRC, radio partner della SSC Napoli, è intervenuto in esclusiva il portiere azzurro Simone Scuffet. Queste le sue dichiarazioni:
«Ho trovato un gruppo molto unito e che, nonostante i buoni risultati, è rimasto umile e con una grande voglia di lavorare e di migliorarsi. Il cammino è ancora lungo e questi sono valori molto importanti. Chi è arrivato ora deve mettersi sulla stessa linea, portando avanti questi valori.
Capodichino? I tifosi ci hanno dato una grande carica, sia prima che dopo. Tutto questo deve lasciarci voglia di fare bene per le persone che ci sono state vicino.
Il lavoro durante la settimana è molto importante. È fondamentale arrivare al campo preparati, sapendo quello che l'avversario potrà fare e le contromosse da mettere in atto: questo ti aiuta ad avere più convinzione e consapevolezza di potergli fare male. Ovviamente bisogna saper riconoscere in campo anche quelle cose che l'avversario cambia e che non si è riusciti a preparare.
Cosa mi porto dentro da Udine? La voglia di migliorarsi sempre e di non mollare mai. Il carattere friulano è quello di un lavoratore e di una persona che sa di poter fare sempre di più.
Esperienze a Cipro e in Romania? Bisogna avere la libertà di fare delle scelte che magari possono sembrare più complicate. Mi hanno insegnato ad adattarmi velocemente a quello che succede, a come le situazioni cambiano, ad un calcio a volte diverso. A Cipro ed in Romania mi sono adattato a stare in una squadra con alte ambizioni, seppur in un campionato di un livello inferiore rispetto a quello italiano. Squadre però che comunque avevano la voglia, il desiderio e la responsabilità di voler raggiungere degli obiettivi.
Il ruolo del portiere è particolare: tante volte le parate vengono date per scontato e l'errore risalta. Bisogna essere bravi a lasciarsi dietro entrambe le cose, anche perché i giudizi nei nostri confronti sono spesso più severi, perché gli errori possono decidere le partite.
Partecipare alla costruzione? L'errore del portiere diventa più decisivo, anche per quanto riguarda un passaggio sbagliato. Anche nella fase di costruzione bisogna saper riconoscere quando c'è la possibilità di dare una mano ai compagni e quando invece il tasso di rischio per una giocata è troppo elevato e quindi sceglierne un'altra. Bisogna saper leggere il momento della partita, la posizione dei compagni e degli avversari per prendere le decisioni migliori, limitando i rischi.
Napoli? È una tappa nuova, in cui mi confronto con una grande società e con delle ambizioni importanti: c'è da imparare. Ho la possibilità di lavorare in un gruppo forte, di grandi giocatori. Ogni giorno cerco di far tesoro di qualcosa.
Meret? Ci unisce una grande amicizia ed in questo c'è anche il saper essere contenti dei traguardi raggiunti dall'altro. Sia ora da compagni di squadra, che prima quando eravamo in squadre diverse, mi faceva contento vedere una sua buona prestazione. Ora che siamo compagni ancora di più, perché una sua parata può garantire un risultato di squadra che poi è utile a tutti.
Napoli-Juventus? È una partita importantissima, molto sentita e quindi va preparata in ogni dettaglio, come facciamo sempre. Sarà una partita difficile contro una squadra che riesce sempre in ogni partita a tirar fuori qualcosa. Ha fatto tanti pareggi, qualche vittoria in meno rispetto a quando ci si aspettava, però è una squadra che non perde e questo vuol dire che non molla mai».
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