Sono ore decisive per il destino della Triestina. Mentre il tempo scorre inesorabile verso la scadenza di mezzanotte, la società si trova in una situazione drammatica: le casse sono vuote e mancano circa 2 milioni di euro necessari per saldare stipendi arretrati e oneri contributivi relativi ai mesi di febbraio, marzo e aprile. Ne parlano i colleghi de "Il Piccolo".
Nonostante le numerose proroghe tecniche concesse - ben 14 - il club si trova ancora una volta a fronteggiare una crisi di liquidità che potrebbe risultare fatale. Il presidente Ben Rosenzweig, dagli Stati Uniti, non ha ancora autorizzato il trasferimento di fondi necessario per evitare ulteriori sanzioni sportive.
Una corsa contro il tempo
Gli uffici amministrativi, guidati dall'advisor, hanno già predisposto tutta la documentazione necessaria e i moduli F24 per i versamenti. Basterebbe un semplice click per inviare i pagamenti, ma il denaro necessario non arriva ormai da circa due mesi, nonostante le rassicurazioni pubbliche dello stesso Rosenzweig.
La situazione finanziaria appare addirittura peggiorata rispetto a quella di metà febbraio, quando già si manifestarono problemi simili, con costi di gestione che continuano a gravare su un bilancio già fragile.
Conseguenze sportive e futuro incerto
In caso di mancato adempimento degli obblighi finanziari, la società rischia una penalizzazione che potrebbe oscillare tra i 6 e gli 8 punti da scontare nella prossima stagione sportiva. Il regolamento federale prevede infatti sanzioni meno severe rispetto alla sospensione dal campionato per la reiterazione delle violazioni relative all'ultimo semestre dell'anno solare.
Ma la vera domanda è: in quale campionato giocherà la Triestina? Per chiudere la stagione attuale entro giugno servirebbero altri 5 milioni di euro, mentre si avvicinano rapidamente anche le scadenze del 4 giugno per i controlli della Covisoc relativi alla licenza nazionale e all'iscrizione al prossimo campionato.
Se la società non dovesse rispettare queste scadenze, potrebbe andare incontro alla liquidazione, rendendo poco appetibile qualsiasi investimento da parte di nuovi soggetti interessati.
Responsabilità e credibilità compromessa
La crisi attuale rappresenta solo l'ultima tappa di un processo iniziato almeno dall'autunno scorso, manifestatosi chiaramente a febbraio e ora sul punto di deflagrare. Gli sforzi per immettere liquidità immediata non riescono a tenere il passo con la crescente fila di creditori.
Lo stesso presidente Rosenzweig, alla guida del club dal luglio 2023, aveva in precedenza ammesso le proprie responsabilità, riconoscendo un'errata pianificazione finanziaria. Ciononostante, la situazione è precipitata fino al punto critico attuale, con la società "alla canna del gas" nonostante l'amore dichiarato per Trieste.
Le critiche si concentrano sulla gestione di un budget sportivo considerato "fuori controllo e fuori mercato", che ha portato a un'erogazione di risorse sproporzionata rispetto a un fatturato di pochi milioni e a risultati sportivi deludenti.
Mentre tutti auspicano uno sblocco della situazione, la credibilità della dirigenza appare ormai compromessa. I tifosi e la città attendono con apprensione, sperando che questo capitolo buio della storia alabardata possa risolversi positivamente, sebbene le prospettive attuali non lascino molto spazio all'ottimismo.
Autore: Redazione Notiziario del Calcio / Twitter: @NotiziarioC
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