La stagione del Rimini Calcio si apre sotto una nube di controversie che va ben oltre i risultati sportivi. Un'inchiesta condotta dalla Curva Est ha sollevato interrogativi inquietanti sui nuovi assetti societari, portando alla luce una rete di collegamenti che coinvolgerebbe figure già note alle cronache giudiziarie e personaggi dal curriculum calcistico quantomeno problematico.
Un personaggio nell'ombra
Al centro delle preoccupazioni della tifoseria c'è una figura che viene identificata come intermediario nell'acquisizione della società da parte della Building Company. Secondo quanto riportato nell'inchiesta, questo soggetto sarebbe stato avvistato durante il ritiro estivo della squadra a Riolo Terme, dove avrebbe "vegliato sul buon arrivo dei suoi prestanome" piuttosto che presentarsi direttamente.
La Divisione Investigativa Antimafia lo descrive come "esponente" di un clan camorristico specializzato nel riciclaggio di denaro attraverso società operanti nel settore degli idrocarburi e delle energie rinnovabili. Il personaggio compare nell'inchiesta "Assedio", dove vengono dettagliate le modalità utilizzate da queste associazioni per il riciclaggio dei proventi illeciti attraverso "innumerevoli società più o meno fantasma di idrocarburi e rinnovabili, con altre società di consulenza finanziaria a fare da filtro, con l'utilizzo di prestanome ed imprenditori compiacenti per non destare sospetti".
Particolarmente significativo è il fatto che nell'inchiesta stessa, seguita anche dalla Guardia di Finanza di Rimini, i protagonisti affermano che "tutta l'operazione parte dall'Emilia Romagna ... (...) ... fa da unione a tutto".
Il caso Foggia e i precedenti preoccupanti
La Building Company aveva già tentato di acquisire il Foggia, senza successo a causa della mancanza di "serietà robustezza economica e chiarezza". Un elemento particolarmente rilevante è che il Foggia si trova sotto amministrazione giudiziaria in applicazione dell'Art.34 del Codice Antimafia, situazione che richiede l'autorizzazione dell'autorità giudiziaria per qualsiasi cessione.
Figure controverse nell'organigramma
L'inchiesta si sofferma anche su alcune figure chiave della nuova gestione del Rimini. Luca Nember, dopo un periodo di inattività dal 2020, è ricomparso a gennaio 2025 a Lucca insieme al presunto intermediario, come dirigente della società che aveva acquisito la Lucchese tramite la SanBabila srl, attiva nel settore dei servizi alle rinnovabili ma con un fatturato "prossimo allo zero".
Il vice-sindaco e Assessore allo Sport di Lucca aveva sollevato dubbi dichiarando di "non avvallare" l'operazione. Dopo appena un mese, entrambi i personaggi sono stati allontanati dalla società. Durante la loro breve gestione, la Lucchese è stata "infarcita di ragazzini" che, eccetto il portiere, hanno totalizzato complessivamente una sola presenza fino alla fine della stagione.
La gestione si è conclusa con 6 punti di penalizzazione durante il campionato, 14 comminati per la stagione successiva, un debito di 4,5 milioni e il fallimento della società.
Un curriculum preoccupante
Anche il nuovo segretario generale del Rimini, Filippo Marra Cutrupi, presenta un curriculum che desta preoccupazioni. Partito come addetto stampa alla Reggina, ha visto la squadra della sua città retrocedere in Serie C nell'anno del centenario. Dopo aver cambiato "8 squadre in 6 anni tra serie D e serie C", ha lasciato il Grosseto "in odor di fallimento", per poi passare al Siena poco prima del fallimento, dove è arrivato anche a "minacciare querele ai tifosi".
Il suo percorso include anche esperienze a Legnano, Alessandria (fino al fallimento), Albenga (escluso dal campionato a febbraio e successivamente fallito con "un'inchiesta per bancarotta fraudolenta") e Locri, società "coperta di debiti e sparita dal calcio, nemmeno iscritta quest'anno in Eccellenza".
Le preoccupazioni della tifoseria
La Curva Est esprime timori concreti per il futuro della società: "Il Rimini è la preda perfetta per essere portata alla retrocessione ed avviata al fallimento con un maxidebito". I tifosi sottolineano come molti calciatori e membri dello staff amministrativo abbiano già lasciato o siano in procinto di farlo, compresi medici e collaboratori che negli ultimi tempi lavoravano gratuitamente per la società.
L'inchiesta evidenzia anche reazioni negative da parte dei giocatori, che secondo fonti interne non sarebbero "contenti" (definito un eufemismo) della presenza di queste figure controverse nell'ambiente societario.
Richieste alla politica locale
La tifoseria organizzata rivolge un appello diretto alle istituzioni locali, sottolineando la "grave responsabilità" della "politica bipartisan" per la situazione attuale. Viene chiesto un intervento per "difendere gli interessi della città e sventare questo tentativo di scalata che tiene in ostaggio tutta Rimini e porterà il Rimini a distruzione certa".
Particolare attenzione viene rivolta alla gestione del centro sportivo della Gaiofana, affidato per i prossimi 25 anni alla società. La Curva Est chiede che "la fidejussione che ne garantisce la costruzione deve essere escussa per incompatibilità morale e materiale dal Comune" e che il centro venga dato "in gestione diretta a chi diviene proprietario (dopo le debite verifiche su progetti e solvibilità) del Rimini".
Un ambiente sotto pressione
La tensione nell'ambiente riminese è palpabile. I tifosi della Curva Est dichiarano di essersi "tenuti appositamente ben alla larga da allenamenti ed altro, nonostante le provocazioni che ci sono arrivate, proprio per non dare possibilità a certi fasulli di spostare facilmente il focus sulle solite presunte aggressioni degli ultras".
La situazione del Rimini Calcio rappresenta un caso emblematico delle criticità che possono emergere nel calcio dilettantistico e professionistico quando controlli e verifiche risultano insufficienti. Le preoccupazioni espresse dalla tifoseria organizzata, supportate da documenti e precedenti verificabili, sollevano interrogativi che meriterebbero un approfondimento da parte delle autorità competenti.
Mentre la stagione calcistica prosegue, rimane aperta la questione su come questa situazione si evolverà e se le istituzioni locali prenderanno provvedimenti per tutelare sia la società che i suoi tifosi dalle conseguenze di una gestione potenzialmente problematica.
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