È tempo di derby per l'Ascoli che domani affronterà al Del Duca la Sambenedettese. Per i bianconeri l'occasione di riprendere la propria marcia dopo il pari in casa del Carpi e tenersi a distanza di sicurezza dall'Arezzo capolista. Al netto della classifica, la stagione dei marchigiani può davvero essere quella della rinascita. Ad oggi, è una prima parte di stagione esaltante: migliore attacco, migliore difesa, sette vittorie, tre pareggi e nessuna sconfitta. Imbattibilità che neppure il club aretino può vantare.


Per avvicinarci al derby e parlare dei bianconeri abbiamo ascoltato Massimiliano Mariotti, giornalista de "Il Resto del Carlino" e corrispondente della "Gazzetta dello Sport".

L'Ascoli ha approcciato al campionato in maniera quasi perfetta. Come racconterebbe a chi non ha mai visto da vicino i bianconeri, questo avvio di campionato?
«La racconterei come la rinascita del cigno perché negli ultimi due anni si è visto un Ascoli che aveva dei problemi societari. C'era una totale frattura tra la proprietà precedente con stampa, piazza e tifosi. Una provinciale come la nostra, che in passato è sempre stata forte per la sua unità interna, si è un attimo persa per una serie di situazioni dovute a mala gestione, debiti e alcune situazioni che ai tifosi non sono piaciute. Diciamo che i sentori erano quelli che prima o poi tutto andasse a finire malissimo. Alla fine della passata stagione il vecchio proprietario Pulcinelli ha gettato definitivamente la spugna e così si è fatta questa trattativa lampo con la famiglia Passeri, Bernardino, i suoi figli ed i suoi uomini di fiducia. Passeri che erano già soci dell'Ascoli al venti percento quando entrarono nel 2022. Erano rimasti nel CdA e poi, ultimamente, anche loro avevano deciso di fare un passo indietro perché anche loro avevano visto delle cose che non piacevano. La sua voglia, quella di Bernardino, di rimettersi in gioco personalmente, di vivere una esperienza calcistica da protagonista, al timone di un club, si è sposata a meraviglia con la voglia di rinascita di una città che vive di calcio e che soffriva nel vedere la propria squadra non giocare a calcio. Qui si parlava di tutto tranne che di risultati, di giocatori, di campo. L'aspetto legato proprio al terreno di gioco era diventata l'ultima cosa rispetto alle problematiche che c'erano. Lui è entrato, poche parole, tanti fatti, alcuni principi ben precisi sulla serietà. Si è presentato dicendo "io vi assicuro trasparenza, onesta e voglia di rinascere". A settanta anni, dopo varie esperienze lavorative di vario genere, voleva cercare di conquistarsi la propria vittoria nel mondo del calcio ed ha sposato questa sfida. Quindi, la rinascita dell'Ascoli si è sposato con la rinascita di Passeri. Il mercato è stato un mercato importante e credo che quello sia stato il secondo passaggio più importante. Il primo, chiaramente, è stata la scelta dell'allenatore che loro avevano già individuato tra giugno e luglio, era tutto fatto anche se ancora mancava il completamento burocratico del passaggio di proprietà. Tomei cercava la sua prima vera stagione da protagonista dopo una buona esperienza a Picerno. Ascoli era per lui la scelta migliore. E Ascoli aveva bisogno di un allenatore che avesse voglia e fame di emergere. Il mercato è stato ottimo, Patti ha messo a segno una infinità di operazioni tra uscite ed entrate. Sono stati presi tutti giocatori importanti e sono stati mandati via tutti quelli che non servivano alla causa. Chiaramente, nel fare questo loro hanno ribadito di aver scelto, al netto delle qualità tattiche e tecniche, gli uomini con mentalità e principi umani molto marcati. E questo in campo lo si vede perché alcuni giocatori sono stati spostati di ruolo e li abbiamo visti giocare come se fossero nella loro posizione naturale. Questo vuole dire che, oltre al lavoro ottimo del mister e del suo staff che sta facendo metabolizzare la sua filosofia e le sue idee calcistiche, dall'altra parte ci sono dei ragazzi disposti a mettersi in discussione ed a disposizione del tipo di risultato che si vuole raggiungere».


Domani allo stadio Del Duca arriva la Sambenedettese, reduce da due sconfitte consecutive, per un derby attesissimo. A che tipo di partita pensa che assisteremo?
«Il derby è sempre una partita particolare dove i valori tecnici possono servire fino ad un certo punto perché poi la differenza la fa la voglia, il carattere e l'aggressione. Sarà sicuramente una gara ad alta intensità. Dispiace che non si sia riusciti a permettere alle due tifoserie presenti perché sarebbe stato davvero un bellissimo spettacolo vedere lo stadio con i colori di entrambi a distanza di trentanove anni. Però, purtroppo, i motivi di ordine pubblico e la struttura dello stadio in questo momento non lo hanno reso possibile. Probabilmente l'Ascoli è uscita da Carpi con tanta rabbia perché volevano assolutamente al successo dell'Arezzo centrando la vittoria. Non ci sono riusciti però c'è stata una bella reazione perché nonostante lo svantaggio sono stati bravi nel rispondere con la forza nel finale e recuperare il risultato. Sicuramente giocheranno per vincere. Dall'altro lato ci sarà una squadra che conoscendo il valore e le qualità tecniche dei bianconeri cercherà di fare di tutto per spezzare il gioco. L'Ascoli cercherà di fare la sua solita manovra fluida con un possesso di palla molto ampio, la Samb scenderà in campo con uno spirito molto aggressivo cercando di spezzare il gioco, innervosire l'avversario, perdere tempo, di metterla sul piano temperamentale. Insomma, la classica partita di chi deve salvarsi. L'Ascoli cercherà di giocare di qualità, i rossoblù la partita "sporca" in attesa dell'episodio che possa sbloccare un po' gli equilibri».

In questo momento ci sono tre squadre, Arezzo, Ravenna ed Ascoli, che, al netto di tutto, il campo ha candidato a favorite per la lotta promozione. Lei pensa che ci possa essere spazio per l'inserimento di altri club o sarà lotta a tre fino alla fine?
«Sinceramente mi aspetto un rientro da parte della Ternana che ha vissuto un periodo molto complicato la scorsa estate però i valori ci sono. Hanno una rosa in grado di poter dire la loro nelle zone alte della classifica. Chiaramente, sono partiti con un gap avendo appunto avuto queste problematiche. Diciamo che la Ternana non sta ancora girando col motore a pieni giri. Arezzo, Ravenna e Ascoli sono partiti benissimo, e penso che tra queste tre, parlando di valori tecnici presenti all'interno dei rispettivi organici, senza nulla togliere ai giallorossi, siano i bianconeri e gli aretini ad avere un qualcosa in più per giocarsi questo campionato testa a testa. La particolarità di questo girone, rispetto allo scorso anno, è che dalla serie B non è arrivata nessuna squadra mentre dalla D, tra promozioni e ripescaggi, sono salite ben sei squadre. Quindi, diciamo che il livello tecnico del girone B, rispetto allo scorso anno, si è un po' abbassato e questo ha creato una sorta di spaccatura tra le squadre forti, che in questo momento stanno facendo un campionato a se, e le squadre medie che già dopo un quarto di campionato devono rincorrere di otto-nove punti. Credo che, andando avanti, questa cosa diventi sempre più marcata. Questo tolta la Ternana che cammin facendo recupererà un po' di terreno. Se devo guardare alla promozione diretta però credo che sarà un duello Arezzo-Ascoli con il Ravenna outsider».

In chiusura, col presidente Bernardino Passeri pensa che finalmente l'Ascoli possa tornare ai fasti che merita la piazza marchigiana?
«È un po' prematuro dirlo. Sono pochi mesi che sono qui anche se sicuramente stanno facendo un ottimo lavoro. Il sogno della serie A di Rozzi qui riempie le giornate un po' di tutti però obiettivamente riuscire a fare una scalata, come quella che fece Mazzone con Rozzi dalla C alla A nel giro di tre-quattro anni, oggi la vedo un po' difficile se non impossibile. Con un po' di compattezza si potrebbe creare una base solida per un progetto pluriennale. Tanto è vero che i giocatori presi hanno sottoscritto accordi di due o tre anni. La sensazione è che si sia voluto creare un gruppo forte per cercare di conquistare la serie B quest'anno, se non ci si riesce si proverà il prossimo anno ma, se non dovesse andare subito in cadetteria, probabilmente questo sarebbe lo zoccolo duro dal quale ripartire per poi, magari, tornare a fare un buon torneo in B. Provare subito la scalata alla A la vedo difficile. Credo, però, che la società puntellerebbe la rosa per provarci. Anche adesso l'obiettivo è ovvio sia la vittoria del campionato anche se per cautela non lo dicono nonostante i numeri oggi sono numeri importanti e testimoniano il ruolo che potrà avere l'Ascoli nel corso del campionato».

Sezione: Esclusiva NC / Data: Sab 25 ottobre 2025 alle 21:15
Autore: Redazione NotiziarioCalcio.com / Twitter: @NotiziarioC
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