Il pareggio casalingo contro il Frosinone è stato accolto con malcontento dal pubblico del Manuzzi, consapevole che la politica dei "punticini" può garantire la salvezza ma rischia di compromettere seriamente la corsa playoff. Una situazione che si fa sempre più complessa per il Cesena, attualmente a quota 44 punti, con il Palermo a 45 e il Bari, anch'esso a 44 ma in vantaggio negli scontri diretti (una vittoria e un pareggio per i pugliesi nel doppio confronto).
La strada per riconquistare un posto nei playoff, posizione occupata dai romagnoli per buona parte del campionato, passa necessariamente dal fare almeno un punto in più del Bari nelle partite rimanenti. Il prossimo impegno, peraltro, si preannuncia cruciale: il derby emiliano-romagnolo contro il Modena (41 punti) in programma lunedì di Pasquetta al Braglia. Un confronto diretto in cui il Cesena ha due risultati favorevoli su tre: un pareggio permetterebbe di tenere a distanza i canarini, mentre una vittoria rafforzerebbe notevolmente le ambizioni playoff. In caso di sconfitta, invece, la situazione diventerebbe ulteriormente complicata, con il Modena che raggiungerebbe i bianconeri in classifica e risulterebbe favorito negli scontri diretti (avendo ottenuto un pareggio all'andata).
La contestazione del pubblico durante e dopo la partita col Frosinone nasce probabilmente dalla frustrazione di una tifoseria che, dopo aver visto messa al sicuro la salvezza, considerava quasi scontato il raggiungimento dei playoff. Come spesso accade, il parafulmine delle critiche è stato l'allenatore, anche se risulta difficile imputare particolari responsabilità a Mignani, considerata la forza dell'avversario e il suo ottimo stato di forma. Il Frosinone, reduce dalla Serie A dove aveva ben figurato fino all'ultima giornata quando retrocesse immeritatamente, resta una squadra di livello superiore. Il fatto che in classifica sia ancora alle spalle del Cesena va ascritto a merito dei romagnoli e di chi li guida, capaci di competere con formazioni dagli organici nettamente superiori, con la sola eccezione della Juve Stabia.
A complicare il compito di Mignani nel rush finale è l'emergenza in attacco, con il tecnico che può contare su una sola punta effettiva, Shpendi, mentre La Gumina e Russo, gli acquisti di gennaio che avrebbero dovuto garantire soluzioni alternative, sono ancora infortunati. Il vero handicap stagionale del Cavalluccio è stata proprio la carenza di attaccanti disponibili. Prima si è fermato Shpendi, che ha impiegato quattro mesi per tornare al gol e, dolorosamente, occorre riconoscere che sembra lontano parente del brillante bomber della prima parte di campionato.
Nella sfida col Frosinone, Mignani ha operato una scelta tecnica per evitare all'attaccante albanese l'isolamento vissuto a Bolzano, dove Pietrangeli non gli aveva permesso di toccare palla. Ha schierato un falso nove, Antonucci, nel tentativo di disordinare il catenaccio ciociaro senza offrire punti di riferimento, riservandosi l'alternativa Shpendi per la ripresa.
I fischi indirizzati alla squadra per la ragnatela di passaggi in ripartenza dal basso, ad Antonucci e al collettivo bianconero al termine della gara appaiono ingenerosi e non tengono conto dei dati oggettivi di una stagione comunque positiva per un Cesena capace di competere ben oltre le proprie possibilità.
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