Un inizio di stagione 2025-2026 decisamente turbolento ha caratterizzato l'attività di mister Karel Zeman. Il tecnico palermitano, nato il 5 luglio 1977, sembrava aver trovato una nuova avventura con l'annuncio dato dal Paternò ai primi di agosto, ma l'accordo è naufragato nel giro di poche ore a causa del suo rifiuto.
A oggi, dunque, il figlio d'arte attende ancora la chiamata giusta, rimanendo senza panchina in un periodo per lui non semplice. Zeman ha alle spalle diverse esperienze, avendo raggiunto per due volte consecutive l'allora Lega Pro (oggi Serie C) tra il 2016 e il 2018, dopo aver allenato già il Fano nel 2012, una categoria nella quale sperava di trovare maggiore continuità.
Proprio per comprendere meglio questo momento di attesa e per analizzare le prime battute stagionali dei campionati, la redazione di Notiziariocalcio.com lo ha contattato per fare il punto della situazione.
Mister Zeman, come sta vivendo questo periodo lontano dal campo?
«Non sto attraversando dei bei momenti perché amo il mio lavoro e soffro molto quando non alleno. Per quanto riguarda la recente questione col Paternò, in linea di massima mi ritengo un professionista di questo mestiere, sebbene il professionismo mi manchi ormai dal 2018. Quando accetto di scendere in Serie D, quasi sempre, prima o poi, mi dimetto perché emergono le tante lacune che il dilettantismo quasi impone. È un po' un cane che si morde la coda: il professionismo non mi chiama, il dilettantismo mi chiama ma io faccio fatica. Mi dispiace ancora di più perché, tra il 2016 e il 2018, per due anni di fila, ho fatto due ottime esperienze, anche sotto il punto di vista dei risultati. Non mi è ben chiaro perché in seguito non ho trovato più spazio nella categoria che ero riuscito a raggiungere dopo tanta gavetta, ovvero la Lega Pro. Ovviamente se i professionisti non mi cercano, spero che in Serie D ci sia qualche società che lavora professionalmente e che mi scelga».
Concentrandoci sul girone I, quali sono le squadre che l'hanno sorpresa in queste prime giornate?
«Messina e Reggina sono due sorprese, ma per motivi opposti. Dalla Reggina ci si aspettava sicuramente di più, si attendeva un campionato in testa dall'inizio alla fine visti gli investimenti fatti. Invece, la squadra non ci sta riuscendo per vari motivi che hanno influenzato anche il discorso ambientale, che oggi si sta ritorcendo contro di loro.
Il Messina, invece, era dato per sicuro retrocesso vista la penalizzazione e invece sta dimostrando di poter fare grandi cose, prima grazie al direttore sportivo Martello, che ho avuto a Gela, e poi grazie all'allenatore Romano. Adesso, c'è una nuova società, che almeno inizialmente vorrà dare un grande contributo. È difficile, ora, pensare ad una retrocessione del Messina, credo che farà un buon campionato.
Inoltre, mi è piaciuto molto il Savoia: ha un'identità precisa ed è un'ottima squadra. Quella che, invece, mi ha deluso nel girone H è il Gravina, perché era partito con buoni investimenti, ma poi in campo li ho visti un po' in difficoltà.»
La Serie D sembra andare verso una riforma, con otto gironi e una promozione tramite i playoff. Cosa ne pensa a riguardo?
«Penso che sia già un qualcosa da cui partire, ma farei ancora di più: si potrebbero prevedere anche più promozioni, con più retrocessioni dalla Serie C. Chi arriva quart'ultimo in Serie C, infatti, non ha nulla a che vedere con chi fa il secondo posto in Serie D, che magari ha speso milioni di euro...»
Un'ultima battuta sulle condizioni di suo papà, mister Zdenek Zeman.
«Sta abbastanza bene rispetto al momento più difficile, deve ancora recuperare la piena autonomia. Fa tanta fisioterapia per recuperare.»
Autore: Redazione Notiziario del Calcio / Twitter: @NotiziarioC
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