Roberto Sandrini ha deciso di appendere, dopo una lunga ed importante carriera, gli scarpini al chiodo. Il centrocampista ex Castellana e Castiglione ha comunicato ufficialmente la sua decisione all’Asola, squadra in cui ha militato nella scorsa stagione. Sandrini, allora ha proprio deciso. Basta con il calcio giocato? «Sì, mi sono preso una ventina di giorni per riflettere come si deve e alla fine ho detto basta - conferma l’ormai ex mediano -. L’ho subito comunicato al ds Pierluigi Marcolini e al presidente Massimo Tozzo. Naturalmente mi dispiace, anche perché a 34 anni mi sentivo ancora bene fisicamente e mi sarebbe piaciuto continuare ancora, la voglia non mi manca di certo. Ma ho bisogno di più tempo sia per gli impegni professionali, che mi tengono spesso lontano da casa, che per la mia famiglia. Questione di priorità». La sua carriera quindi si chiude dopo aver vestito i colori della squadra della città che le ha dato i natali. «Sì e devo dire che, se ci fosse stata una minima possibilità di continuare, l’avrei fatto all’Asola. Mi sono trovato davvero benissimo con tutti, è una società solida e seria: questo ha reso la decisione ancora più sofferta. Ma mi conosco: se prendo un impegno mi piace rispettarlo appieno. Non sarebbe serio continuare senza poter dedicare il tempo che serve a prepararsi al meglio». C’è un pizzico di rammarico per come è andata la stagione appena conclusa? «Sicuramente perché credo che l’Asola fosse una squadra con le qualità e l’organico per puntare addirittura al primo posto in un campionato livellato come è stata quest’anno la Promozione. Ma abbiamo avuto una serie di vicissitudini sfortunate ed è andata come è andata ». Finisce una lunga cavalcata iniziata nei Pulcini della Cremonese e coronata da tante soddisfazioni. Qual è il ricordo più bello? «Senza dubbio la vittoria del campionato di Serie D col Castiglione, nel 2011/2012. Compimmo una grande impresa perché si era instaurato un rapporto fantastico sia con il tecnico Roberto Crotti che tra noi giocatori. Tant’è che, a distanza di tanti anni, periodicamente ci ritroviamo ancora a cena con le rispettive famiglie. Quando si formano gruppi così uniti quasi sempre arrivano anche risultati importanti sul campo». Potremmo rivedere un giorno Sandrini tornare nel calcio, magari in un altro ruolo? «Ho completato il percorso di studi in Scienze Motorie e non nascondo che mi piacerebbe, un giorno, provare ad allenare. Ora come ora il tempo proprio non c’è. In futuro chissà, mai dire mai. Quel che è certo è che continuerò a seguire da vicino le vicende del calcio locale, seguendo le partite alla domenica».

Sezione: Promozione / Data: Mar 29 maggio 2018 alle 22:30 / Fonte: gazzetta di mantova
Autore: Ermanno Marino
vedi letture
Print