AJ Fano, il dg Bernardini: "Se non riprendiamo, affidiamoci al modello inglese"

AJ Fano, il dg Bernardini: "Se non riprendiamo, affidiamoci al modello inglese"

L'ufficio stampa dell'Alma Juventus Fano ha intervistato il direttore generale del club Simone Bernardini:

Direttore, l’emergenza Covid-19, seppur con un lieve miglioramento, continua a registrare un considerevole numero di contagi e di morti.
“Sì, sembra che la situazione stia leggermente migliorando ma le criticità sono evidenti. Noi come società abbiamo messo in campo tutte le dovute precauzioni, non appena abbiamo avuto sentore che il virus non fosse archiviato quale semplice influenza ma arrecasse ben più gravi ripercussioni sulla salute di tutti noi. Per questo abbiamo interrotto da subito gli allenamenti cumulativi, fatto una riunione straordinaria con i vertici societari, con lo staff tecnico e medico per illustrare a calciatori e dipendenti i rischi di contrazione del Covid-19. Ognuno di noi ha fatto la sua parte contribuendo ad adottare tutte le misure igienico-sanitarie indicate dal Ministero della Salute. La nostra segretaria generale Marcella Ghilardi ha provveduto in prima persona a realizzare delle mascherine artigianali affinchè i ragazzi avessero una precauzione in più, considerata la totale assenza di mascherine in vendita in tutta la città e altrove. Non solo: i calciatori sono stati messi subito in quarantena e, attraverso le lezioni del prof. Giovannelli, coordinate con lo staff tecnico, hanno continuato ad allenarsi da casa secondo un programma personalizzato stilato dallo stesso preparatore atletico. Tengo inoltre a ringraziare la ditta Papalini SpA per l’opera di igienizzazione effettuata negli uffici della sede, allo stadio, negli spogliatoi e presso il centro sportivo Trave, segno di grande vicinanza, da parte dell’azienda, al nostro club. Ringrazio anche il ristorante La Perla di Fano che in collaborazione con le nostre Marcella ed Ilenia ed il nostro Andrea, ha permesso la consegna del cibo d’asporto per i giocatori presenti al Don Orione. Non ultimo, un sentito ringraziamento va proprio all’istituto religioso che ha messo a disposizione un locale per i pasti dei ragazzi. Tutta Fano si è dimostrata particolarmente vicina alla squadra e di questo non posso che ringraziarla di cuore”.

Per quanto riguarda il prosieguo del campionato, numerose ipotesi sono state avanzate in questi giorni, tra le quali quella di una ripresa prevista per maggio ed un eventuale slittamento oltre il 30 giugno, e l’altra di una chiusura anticipata con un congelamento della classifica e blocco delle retrocessioni. Secondo Lei qual è la giusta strada da percorrere?
“Ritengo che con la salute non si debba scherzare. Ad oggi tutto è il contrario di tutto: inizialmente si prevedeva una ripresa degli allenamenti al 20 marzo poi slittata al 3 aprile. Ma anche tale data sembra destinata ad essere nuovamente rinviata. E’ inutile fare previsioni, nessuno ha la sfera di cristallo e tutto è incerto. La caratteristica di tale virus è l’imprevedibilità e, seppur certi dati dimostrano un flebile rallentamento di contagio, non si può stabilire con certezza quando finirà. Lo vediamo nel calcio, ogni giorno escono nuovi casi di positività a parecchi giorni di distanza dalle ultime partite disputate. Fino a quando il Covid-19 non sarà del tutto debellato, è un rischio troppo grande per le istituzioni governative e federali far scendere di nuovo in campo i giocatori possibili di contagio ed ancor di più giocare a porte aperte. Qualora il virus venisse debellato, sarebbe opportuno poter riprendere il campionato con il naturale prosieguo. Ma se l’emergenza dovesse continuare, credo sia giusto adottare l’ipotesi messa in piedi dalla Premier League, ovvero congelamento della classifica, promozioni delle prime classificate e blocco delle retrocessioni”.

Quest’ultima alternativa, avanzata nelle ultime ore anche da molti club di Serie A, cosa potrebbe comportare in termini di classifica?
“In Serie A è previsto il blocco delle retrocessioni e la promozione dalla B delle prime due classificate. Ne risulterebbe un torneo a 22 squadre con 4 retrocessioni per i prossimi 2 anni in modo tale da tornare al format originario da 20 nel 2022. Idem per la Serie B con la promozione dalla C delle tre classificate di ogni girone e della miglior seconda, mentre in Lega Pro ne salirebbero 9 dalla Serie D per un totale di 66 squadre e gironi a 22. In conclusione, se ci sono le dovute condizioni per poter proseguire, lo faremo giocandocela fino alla fine. Qualora non ce ne siano, ritengo opportuno indirizzarci verso il modello inglese per non compromettere ulteriormente questa stagione e la prossima ventura. Un eventuale slittamento del campionato oltre il 30 giugno avrebbe delle grandi ripercussioni anche in sede di calciomercato e costringerebbe le società all’assillo del risultato in un lasso di tempo assai striminzito. Se non si dovesse tornare a giocare, invece, questo momento potrebbe consentire alle società di analizzare meglio la situazione in vista della prossima stagione. Per questo auguro il meglio al nostro calcio, al nostro Paese ed a tutto il mondo, in quanto questo virus purtroppo non ha risparmiato nessuno.”