Il Vado ritrova i tre punti superando una convincente Lavagnese in una gara che ha offerto molti spunti di riflessione. L'analisi di mister Giorgio Roselli post-partita è stata profonda, quasi filosofica, e ha ruotato attorno a una singola parola, da lui mostrata in conferenza stampa su un foglietto di appunti: "quasi".
«Mi sono scritto una cosa interessante, perché tutti sappiamo che il Vado è considerato strafavorito,» ha introdotto Roselli. Il tecnico ha raccontato come, al momento del suo arrivo, alcuni gli avessero detto: "Ma vai al Vado? È quasi impossibile vincere al Vado!". Per il mister, quel vocabolo è cruciale: «La cosa positiva è quel “quasi”: per me è determinante».
Roselli ha spiegato che "quasi" implica l'assenza di certezza. Il Vado ha il potenziale per ottenere il massimo, ma il risultato non è garantito. L'imperativo, però, non cambia: «Il Vado può fare il massimo, può anche non vincere, ma deve assolutamente lottare per vincere». Questa è la determinazione che il tecnico si augura e che la società, dopo tanti sacrifici, merita.
La vittoria contro la Lavagnese, definita da Roselli come una «squadra davvero bella» che lo ha «riconciliato» con un calcio ben giocato, non era necessaria per testare la coesione del gruppo: «Tutte le vittorie contano, sinceramente noi non avevamo bisogno di questa partita per sapere che siamo un gruppo».
La differenza, rispetto alla gara precedente, l'ha fatta la tenuta fisica. «Oggi invece stavamo bene, abbiamo gestito i cambi valutando chi era più stanco,» ha spiegato il tecnico, evidenziando che quando si corre, «si gioca almeno alla pari; quando non si corre, come è successo mercoledì, diventa difficile». Pur avendo creato buone trame, il Vado deve ancora migliorare la compattezza, avendo concesso qualche ripartenza di troppo.
Riguardo alla prova meno brillante di Alfiero, Roselli ha chiesto equilibrio di giudizio. «Una brutta prova non cancella che fino al giorno prima eravamo primi dall’inizio, con la miglior difesa di tutti i campionati italiani». Il calo è fisiologico dopo molte partite, ma il mister ha invocato il buon senso in ogni valutazione, se si vuole crescere tutti insieme.
Il Vado è forte, ma deve superare l'ultimo ostacolo per la maturità, spesso mentale, tipico delle squadre che sanno di essere favorite. Roselli ha rivelato un aneddoto significativo sul periodo iniziale: «Nei primi quaranta giorni avevo chiesto alla presidenza di tornare a casa, perché queste dinamiche vanno oltre». Alcuni ragazzi, inizialmente problematici, sono diventati i pilastri della squadra. «E invece proprio quei due o tre giocatori sono diventati tra i più importanti della squadra».
L'obiettivo dichiarato non è semplicemente vincere il campionato – «lo dicono tutti, è scontato se hai una delle squadre favorite» – ma «fare il massimo possibile». Se il risultato non arriva, significa che gli avversari sono stati più bravi: «Si applaude, ma solo dopo aver dato tutto».
Roselli ha concluso con una massima sulla mentalità: «In questa categoria questi ragazzi sono un po’ più bravi della media e a volte pensano di potersi risparmiare». Ma il calcio è un gioco di dedizione: «Se uno scende di categoria e non dà il 300%, diventa più scarso di chi non ha mai fatto certe categorie. Se ti impegni meno, ti batte chiunque».
Autore: Redazione Notiziario del Calcio / Twitter: @NotiziarioC
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