Simone Inzaghi si aggiudica la trentatreesimaa edizione della Panchina d'Oro, conquistando il riconoscimento come miglior allenatore della passata stagione con 26 voti. Un risultato che lo pone davanti a Gian Piero Gasperini, fermo a 14 voti, e a Vincenzo Italiano, che si accontenta di 4 preferenze.
Il premio, che ha suscitato qualche perplessità, è stato al centro delle riflessioni di Maurizio Sarri, intervenuto ai microfoni di Sky Sport. "È un riconoscimento strano", ha commentato l'allenatore toscano, "si riferisce alla stagione precedente ma viene votato 8-9 mesi dopo, periodo nel quale possono succedere cose che modificano le valutazioni".
La difesa di Thiago Motta
Sarri non nasconde la sua stima per Thiago Motta, tecnico escluso dal podio nonostante la qualificazione in Champions League: "Se si fosse votato il giorno dopo l'ultima giornata di campionato, probabilmente Motta avrebbe potuto vincere questo riconoscimento. Io personalmente ho votato per lui, perché è stata la squadra che mi ha divertito di più nella passata stagione".
Un commento è arrivato anche sull'esonero di Motta: "È sempre difficile giudicare dall'esterno, senza conoscere le dinamiche interne. Quando i risultati fanno fatica ad arrivare, questi meccanismi possono incidere nelle scelte".
In attesa di una nuova avventura
Reduce dall'esperienza al Chelsea, Sarri è attualmente in cerca di una nuova panchina. "Cosa si fa in questo periodo? Si studia, ci si aggiorna, si osservano squadre e giocatori. Insomma, quello che fanno tutti gli allenatori in questa situazione", ha dichiarato. Quanto a una possibile destinazione, si mostra aperto: "In Italia o in Europa? Dove mi chiameranno e dove troverò un forte sentimento e una grande motivazione".
Il commento sul campionato
Infine, un pensiero sulla corsa scudetto: "Non mi aspettavo un campionato così incerto", ha ammesso. "Mi farebbe piacere se l'Atalanta se la giocasse fino alla fine. All'inizio c'era la convinzione che Inter e Napoli avessero qualcosa in più".
Un accenno anche all'ex ct Antonio Conte, oggi al Napoli: "Ho avuto la fortuna di parlarci oggi. Sono rimasto colpito da un allenatore innamorato di un popolo. Napoli crea questo, ed è una cosa che mi fa piacere".
Un riconoscimento, quello della Panchina d'Oro, che racconta un pezzo di storia del calcio italiano, tra conferme e sorprese.
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