Ottavo appuntamento sui canali social ufficiali del Vicenza. Quest’oggi in compagnia in una diretta condivisa di Federico Scoppa e Matteo Liviero che hanno risposto alle curiosità dei tifosi.
Tutte le curiosità rivolte a Federico Scoppa:
“Dobbiamo cercare di strappare un sorriso in questa situazione difficile per tutti, speriamo di tornare il più presto possibile in campo per regalare delle gioie alla gente”.
Che rapporto c’è con Liviero? “E’ lo stesso rapporto che abbiamo all’interno di tutta la squadra, per me è un grande piacere giocare in questa squadra e giocare qui, sono tutti giocatori e persone bellissime”.
Che squadra tifi? “Tifo il Boca, ho giocato lì ed ho vissuto 5 anni molto belli, quello stadio trasmette una grandissima energia. Sono argentino devo tifare per forza per il Boca”.
Che differenze ci sono tra gli stadi argentini e quelli italiani? “Tutto il mondo parla della Bombonera perché lì è tutto vicino, la curva e la tribuna sono vicine al campo. In Argentina l’80-90 % degli stadi sono così, ti trovi le persone vicinissime, come succede anche qui a Vicenza, quando ci sono 10-15 mila persone è come se ce ne fossero 40 mila. In Italia, però, gli stadi sono più nuovi, in Argentina se scendi di categoria, la qualità dei campi cambia molto. Io come argentino sono innamorato del calcio italiano ed è bellissimo in tutte le categorie”.
Come è iniziata la tua carriera? “Ho iniziato a giocare vicino casa, a 13-14 sono andato al Boca dove sono stato 5-6 anni, poi sono andato al Porto ma lì c’è stato un problema con il trasferimento e sono stato fermo 1 anno. Poi ho iniziato a girare in Finlandia, Ecuador, Cile, finché non sono tornato in Argentina. Negli ultimi 4 anni invece sono stato a Catania, poi al Monopoli e ora a Vicenza”.
Liviero è uno specialista dei calci di punizione? “Assolutamente sì, è troppo bravo, soprattutto con la maledetta, lo abbiamo visto anche contro il Padova”.
Quale squadra ti ha più impressionato nel nostro girone? “La Reggiana, ha un’idea di calcio, ha un buon palleggio, mi è piaciuta più di tutte”.
Cosa provi quando andate a cantare sotto la Curva dopo una vittoria? “Concordo con Matteo, è un modo bello per poter ringraziare le persone che ci accompagnano nelle trasferte. Non è facile seguirci dappertutto, ci sono sforzi economici importanti da parte dei tifosi che lo fanno per l’amore nei confronti del Vicenza. Per noi è veramente bello poter condividere con loro questa gioia”.
Il giocatore più tecnico della squadra? “Non è una domanda facile, abbiamo tanti giocatori tecnici, come Pontisso, Cinelli, Rigoni, Giacomelli e molti altri”.
Che cos’è il Mate? Quando lo bevi? “Di solito lo prendo al pomeriggio, è un’erba simile alla tisana, è un’abitudine argentina che abbiamo da anni”.
Livio biondo in caso di Serie B? “No, è meglio se lascia stare (ride, ndr)”.
Come ti trovi a Vicenza? “Mi trovo benissimo. Ho fatto un po’ di fatica all’inizio ad ambientarmi, sono straniero e poi venivo da tre anni al Sud, dove comunque è diverso. Ma ora mi piace tantissimo perché è una città tranquilla, si sta bene soprattutto per chi come me ha figli”.
Chi fa più casino in spogliatoio? “Marotta, Giacomelli, Arma che sembra uno tranquillo ma non lo è, Saraniti…ma no dai sono tutti tranquilli (ride, ndr)”.
Chi è il trascinatore in campo? “Abbiamo la fortuna di avere tanti giocatori di personalità. Se qualcuno non è in giornata, ce n’è un altro che spinge il gruppo”.
Ti trovi meglio nel centrocampo a 2 o a 3? “Sono più abituato a giocare davanti alla difesa, ma anche a 2 non cambia moltissimo”.
Cosa pensi di fare nel post carriera? “Mi piacerebbe rimanere nel calcio, perché è ciò che amo”.
Che differenze hai trovato tra il Girone C e quello B? “Secondo me nel Girone B le squadre sono più corrette e cercano di giocare di più. Nel Girone C invece soprattutto le squadre più indietro in classifica, fanno partite più sporche, ci sono molti più contrasti e magari giocano con la palla sopra, giocando sulle seconde palle. Però la differenza è minima”.
Come ambiente preferisci Vicenza o altre squadre del passato? “Sono in Italia da 4 anni, sono stato anche a Catania che è una piazza importante, a volte come ti trovi dipende molto anche dai risultati. Vicenza per me non ha paragoni, ho avuto una bellissima impressione fin da subito e sono felicissimo di essere parte di questo gruppo e di questa società”.
Come avete vissuto il periodo nel quale venivate da tre pareggi consecutivi? “Eravamo tranquilli perché sapevamo di essere una squadra forte e sapevamo che avremmo meritato altri risultati in quelle gare. Poi a Cesena l’abbiamo dimostrato”.
Perché hai scelto il numero 4? “C’è stata una votazione in squadra. Io di solito utilizzavo il 5 o l’8 che però avevano già Bizzotto e Cinelli e quindi ho scelto il 4”.
Tutte le curiosità rivolte a Matteo Liviero:
“Ci tenevo a salutare tutti i nostri tifosi, a modo nostro vi siamo vicini, cogliamo l’occasione per ribadire a tutti di stare a casa e cerchiamo di uscire presto da questa situazione che è surreale per tutti noi. Noi avevamo un obiettivo e un sogno in testa, però in questo momento ci sono cose più importanti, c’è questa battaglia da cui possiamo uscire soltanto con l’aiuto di tutti quanti”.
Che rapporto avete in squadra? “Al di là della parte sportiva, è un piacere andare al campo, ci divertiamo un sacco e sono convinto che questa cosa ci può dà una mano anche in campo, c’è grande rispetto e stima. Io mi sento onorato di far parte di questo gruppo, è un piacere scendere in campo con loro e fare quello che più ci piace. In questo momento va così, io sono a casa mia e riesco a gestirmi abbastanza bene, chi magari viene da fuori fa più fatica a sopportare questa situazione”.
Che squadra tifi? “Sono juventino, sono nato con il mito della Juve e di Del Piero, per me è stato un sogno fare il settore giovanile nei bianconeri. Mi piacerebbe tornare il prima possibile allo Juventus Stadium per rivedere una partita”.
Quale squadra ti ha impressionato di più nel nostro girone? “La Reggiana è stata la squadra che più ci ha messo in difficoltà, però mi è piaciuto anche il Modena che nella gara di ritorno ci ha dato del filo da torcere, è stata una partita molto difficile”.
Cosa si prova quando andate a cantare sotto la Curva dopo una vittoria? “E’ una grande gioia, è un po’ uno sfogo nel quale si scaricano tutte le tensioni, in un momento di grande unione. Più si festeggia più questo porta a vittorie nelle partite successive, ovviamente dal giorno dopo si azzera tutto, però il giorno stesso è giusto togliersi delle soddisfazioni, festeggiando sotto la Curva. Vediamo i tifosi che ci sostengono, anche nei momenti di maggiore difficoltà, possiamo solo ringraziarli e dire loro che per noi è una grandissima gioia. Siamo onorati di avere tutti questi tifosi che ci seguono ovunque, speriamo di tornare presto in campo per dare delle grandi soddisfazioni”.
Il giocatore più tecnico della squadra? “Aggiungerei anche Jari ai nomi che ha detto già Federico, siamo fortunati perché abbiamo l’imbarazzo della scelta avendo tanti giocatori forti tecnicamente”.
Ti farai biondo in caso di Serie B? “Potrei farlo, ci sto pensando ma è ancora lunga. Mancano tante partite, dobbiamo prepararci anche se in questo periodo è tutto difficile anche a livello mentale. Siamo distanti dal campo, ma nella nostra testa ogni giorno c’è il pensiero di farci trovare pronti”.
Ti piace di più spingere o contenere? “Sono partito come esterno di attacco, sono più portato alla fase offensiva, ma negli anni ho trovato fortunatamente degli allenatori che mi hanno insegnato la fase difensiva. Pensavo sarebbe stato più facile, avevo delle carenze e ho cercato di imparare e migliorarmi, ho ancora tanta strada da fare, ma spero di poterlo fare allenandomi ogni giorno”.
Chi fa più casino in spogliatoio? “A me a dire il vero mancano le sfide a ping pong prima dell’inizio dell’allenamento. Soprattutto quelle tra Bizzotto e Padella, dobbiamo ancora chi capire chi sia il più scarso tra i due (ride, ndr)”.
Chi è il più antipatico dei vostri compagni? “C’è l’imbarazzo della scelta (ride, ndr). No, dai siamo un bellissimo gruppo”.
Vi manca di più Padella o la sua trombetta? “Decisamente la sua trombetta, anche perché significa vittoria. Ci mancano anche le sciabole di Martino Sofia e i suoi premi, anzi ne approfitto per ringraziare lo staff che anche a distanza è sempre presente e ci permette di svolgere il nostro lavoro al meglio”.
Cosa pensi di fare nel post carriera? “Che domanda difficile. Spero di doverci pensare il più tardi possibile”.
Che differenze hai trovato tra il Girone C e quello B? “Ho giocato al Sud e devo dire che è diverso anche il modo di giocare delle squadre, si approcciano alla gara in maniera differente. Alcune squadre a volte rinunciano a giocare, l’ambiente esterno è diverso. Ogni girone è bello a modo suo”.
Come ambiente preferisci Vicenza o altre squadre del passato? “Ho avuto la fortuna di giocare in diverse piazze importanti. Mi sono sempre trovato bene, ma a Vicenza è nato un feeling particolare. Ho iniziato in prova, è stata una sfida personale ma mi sono legato particolarmente a questa piazza, società e squadra. Sono in Veneto, vicino a casa mia e mi sono sentito parte di un progetto importante”.
Perché hai scelto il numero 11? “Mi stavo sentendo con il mio amico Francesco Zampano che in quel momento era a Pescara mentre ora è al Frosinone, entrambi avevamo la possibilità di prendere l’11 e abbiamo deciso di farlo insieme”.
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