Nocerina, ora non si può più sbagliare. Abbiamo sempre sostenuto che la salvezza conquistata a fatica, ma tutto sommato con merito, poche settimane fa dovesse rappresentare un punto di partenza e non di arrivo nel rispetto di una piazza capace di portare 6000 spettatori sugli spalti e che ora ambisce legittimamente al professionismo e a quella serie C che sarebbe minimo sindacale per un popolo profondamente innamorato e che troppo spesso ha pagato per colpe non proprie. Gira voce che parte della società sia scettica rispetto alla riconferma del tandem Iodice-Pagni (entrambi sotto contratto fino al 30 giugno 2024), dirigenti che hanno dato un grosso contributo per il raggiungimento dell'obiettivo e che ci hanno messo la faccia in un momento critico, quando sarebbe stato più semplice mollare o nascondersi dietro le quinte. Non lo hanno fatto, rappresentando un collante fondamentale tra squadra e tifoseria soprattutto dopo l'umiliante sconfitta nel derby di Cava. La speranza è che la parte della proprietà favorevole a sposare la linea della continuità possa imporsi con forza ed evitare l'ennesima rivoluzione che ritarderebbe quella programmazione necessaria per puntare ai vertici della classifica. Non ce ne voglia nessuno, ma se il nome di Lamazza è quello individuato per la successione di Iodice e Pagni si rischia per davvero di fare due passi indietro e di rivivere una estate tra mille incognite e poche certezze. Nulla contro un professionista serio e una persona perbene, ci mancherebbe, ma Nocera deve obbligatoriamente ricominciare dalle poche certezze ereditate dalla precedente stagione. Iodice ha dimostrato di essere un elemento validissimo in terza serie, figuriamoci tra i dilettanti. Per Pagni parla il curriculum fatto di successi in piazze come Salerno, Taranto e Terni e in categorie decisamente superiori. Già da tempo stavano lavorando alacremente per individuare giovani di prospettiva e convincere calciatori esperti a sposare il progetto rossonero, un ribaltone dirigenziale comporterebbe invece una tabula rasa che certo non farebbe fare i salti di gioia ad un pubblico caldo, ma allo stesso tempo intelligente. Che segnale si lancerebbe ai 6000 del San Francesco, decisivi nella gara col Francavilla, se si bocciasse incomprensibilmente l'operato di chi, invece, andrebbe blindato e convocato in sede esclusivamente per parlare di budget, futuro, trattative e calciomercato? Alla società il compito di non sprecare questa occasione e di cavalcare l'onda dell'entusiasmo ritrovato. Un'altra stagione anonima o da medio-bassa classifica sarebbe un problema di enorme portata per la Nocerina, ora è tempo di fare i fatti e di ripartire dai migliori.
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