Nel calcio, come nella vita, ci sono momenti in cui il risultato sul campo passa in secondo piano di fronte alla salute e al benessere delle persone. È quanto accaduto recentemente a Santa Teresa, dove un drammatico episodio ha scosso la comunità sportiva siciliana, trasformando il finale di una partita di Eccellenza in una corsa contro il tempo per salvare una vita.
Paura al triplice fischio
La partita di Eccellenza siciliana tra Jonica e Milazzo si era appena conclusa quando il tecnico della squadra giallorossa, Enzo Famulari, ha accusato un grave malore. L'episodio, avvenuto negli spogliatoi immediatamente dopo il termine dell'incontro, ha generato attimi di profonda apprensione quando l'allenatore ha improvvisamente perso conoscenza davanti agli occhi attoniti dei presenti.
La situazione è apparsa subito critica, con l'allenatore privo di sensi e in evidente difficoltà respiratoria. La scena ha provocato comprensibile sgomento tra staff tecnico e giocatori, ma fortunatamente la prontezza di riflessi dei presenti ha evitato conseguenze che avrebbero potuto rivelarsi tragiche.
La catena di soccorso: quando ogni secondo conta
Il capitano Ragosta e Gianni Ruggeri sono stati i primi ad intervenire, cercando nell'immediato di liberare le vie respiratorie dell'allenatore. Un gesto apparentemente semplice ma fondamentale nei protocolli di primo soccorso. Subito dopo, con una lucidità encomiabile, il team manager Antonio Coledi ha iniziato le manovre di rianimazione cardiopolmonare, mantenendo il sangue freddo in un frangente dove il panico avrebbe potuto facilmente prendere il sopravvento.
La catena di salvataggio si è ulteriormente rafforzata con l'intervento di Pietro Bennici, non solo assistente tecnico della squadra ma anche operatore della Croce Rossa. La sua duplice competenza si è rivelata provvidenziale in questa emergenza. Bennici ha infatti utilizzato il defibrillatore disponibile nelle vicinanze degli spogliatoi – strumento prezioso donato in memoria di Mario Perrone – completando così la sequenza di azioni che ha permesso di rianimare Famulari.
Tecnologia salvavita e formazione: un binomio vincente
L'episodio mette in luce l'importanza cruciale della presenza di defibrillatori nelle strutture sportive e della formazione del personale al loro utilizzo. In questo caso specifico, la disponibilità immediata del dispositivo e la competenza di chi ha saputo utilizzarlo hanno fatto letteralmente la differenza tra la vita e la morte.
La donazione di questo strumento salvavita in memoria di Mario Perrone rappresenta un esempio concreto di come un gesto commemorativo possa trasformarsi in un'azione dal valore inestimabile per un'intera comunità.
Il lieto fine: Famulari fuori pericolo
Dopo i primi interventi sul posto, Famulari è stato trasportato d'urgenza al Policlinico di Messina, dove è stato sottoposto agli accertamenti medici necessari. La preoccupazione ha lasciato gradualmente spazio al sollievo quando, attraverso un comunicato ufficiale diffuso sui canali social, la Jonica ha informato tifosi e appassionati che "il nostro mister sta bene e non è in pericolo di vita".
La società non ha mancato di esprimere pubblicamente la propria gratitudine verso tutti coloro che hanno contribuito al salvataggio dell'allenatore, evidenziando "la caparbietà e il coraggio di chi non si è mai arreso, guidato da una forza più grande".
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