Padova, Andreoletti ammette: «Non possiamo difenderci per novanta minuti»

Il tecnico del Padova, Matteo Andreoletti, ha presentato l'imminente derby contro il Venezia con la consapevolezza che si tratta di un appuntamento di alto profilo, uno di quelli che non richiedono particolari stimoli. «È una partita che non ha bisogno di presentazioni», ha spiegato l'allenatore biancoscudato alla vigilia, precisando che la voglia di vincere va ben oltre la necessità di riscattare la recente sconfitta subita a Mantova.

Le premesse sono tuttavia complicate dalle notizie provenienti dall'infermeria. Andreoletti deve fare i conti con due assenze di peso che cambiano i piani tattici: Baselli non sarà della partita a causa di una distorsione alla caviglia, e lo stesso vale per Lasagna, fermato da un problema muscolare.

Riguardo alla lista degli infortunati, l'allenatore ha offerto una lucida analisi, distinguendo tra stop prevedibili e pura casualità. Alcuni acciacchi, ha ammesso, erano in parte “prevedibili” data la fase della stagione, ma l'infortunio di Baselli, invece, è catalogato come un evento di “pura sfortuna”.

Un capitolo a sé è dedicato al rientro di Papu Gomez. Nonostante la volontà di schierarlo subito, la prudenza è d'obbligo: «Contro la Juve Stabia lo avrei schierato dall’inizio, ma ora va gestito come un giocatore che rientra da un infortunio. Dobbiamo riportarlo gradualmente al minutaggio ideale». Il fantasista argentino si è allenato regolarmente con la squadra e sarà a disposizione in panchina, pronto per un impiego a gara in corso. Andreoletti ha espresso il desiderio di schierarlo dal 1', ma ha ribadito la necessità di valutare attentamente i minuti che ha effettivamente nelle gambe.

Passando all'analisi dell'avversario e alla strategia da adottare, Andreoletti ha elogiato il Venezia per la sua caratura: «Il Venezia ha qualità sotto ogni punto di vista». Tuttavia, ha messo in chiaro che la sua squadra non farà un passo indietro: «Non possiamo difenderci per 90′. Dovremo essere bravi a non accontentarci al catenaccio perché ci appartiene poco e non vogliamo metterci nelle loro mani».

L'allenatore è convinto che il dominio in campo possa essere esercitato non solo con il possesso palla, ma anche con un'organizzazione impeccabile senza palla. Sulla panchina, ha assicurato, saranno presenti solo elementi che potranno portare un contributo decisivo: «Chi porto in panchina è perché può essere utile».

Resta aperta l'incognita sulla posizione ideale del Papu Gomez in campo. Sebbene sia importante avvicinarlo alla porta, il ruolo di seconda punta non convince pienamente il tecnico: «La sua posizione? Dovremo metterlo nelle condizioni ideali per avvicinarlo alla porta, anche se la seconda punta non so quanto possa farla. Trequarti e mezzala aggiunta penso possa farlo». L'ingresso di Gomez è visto come l'elemento che può innalzare la qualità del gioco offensivo e offrire nuove opportunità: «Dobbiamo trovare delle soluzioni alternative e con il Papu in campo possiamo fare un salto di qualità in questo senso». Andreoletti ha infine sottolineato che, pur non essendo una sfida tra squadre di pari livello, il Padova «venderà cara la pelle».

Un velo di rammarico ha accompagnato le dichiarazioni del tecnico in merito all'atmosfera sugli spalti. Andreoletti non ha nascosto il dispiacere per l'assenza del pubblico ospite, a causa dei provvedimenti di restrizione, e per la scelta dei sostenitori del Padova di osservare un silenzio di protesta nei primi venti minuti. «Peccato non ci sia lo stadio pieno. Mi sarebbe piaciuto giocare questa sfida anche con i tifosi avversari», ha osservato.

Pur comprendendo le ragioni della protesta dei tifosi — «Mi dispiace la protesta dei tifosi, ma la capisco» — l'allenatore ha poi invitato la Curva a fare la differenza, incitando il pubblico a sostenere la squadra per tutti i restanti minuti: «È un peccato per la cornice, ma domani il pubblico dovrà fare la differenza». La tensione in città e l'attesa per l'incontro sono altissime: «Ho percepito grande attesa in settimana, soprattutto in città. C’è la voglia di giocarla e dimostrare che l’Euganeo non è un campo facile per nessuno».