Una nuova, significativa comunicazione da parte dell'Acireale scuote il panorama della Serie D, gettando ulteriori ombre sul processo di cessione del club. Dopo la risposta della Palella Holdings LLC, l'Acireale ha espresso profondo dispiacere per la percezione che l'operazione sia stata definita "dilettantistica" e, soprattutto, per la considerazione di una clausola di riservatezza come un "ostacolo" alla trattativa.

La dirigenza acese ha sottolineato la singolarità di tale posizione, specialmente da parte di una holding con esperienza internazionale. Viene infatti ritenuto un principio consolidato che le acquisizioni, in particolare quelle di tale portata, si svolgano all'interno di contesti che prevedono la tutela della riservatezza. L'Acireale ha manifestato amarezza per l'etichetta di "trattativa dilettantistica", evidenziando come chiunque sia genuinamente interessato all'acquisizione dovrebbe avere piena consapevolezza della storia calcistica e dell'importanza del club nella città di Acireale.

La necessità di un patto di riservatezza, secondo la società, è emersa con forza a causa della sorprendente puntualità con cui i dettagli della trattativa sono stati resi pubblici. Persino la richiesta stessa di sottoscrizione di tale accordo è diventata di dominio pubblico, spingendo il club a voler mettere in sicurezza i dati sensibili che legittimamente la parte acquirente desidera conoscere. "Non si capisce quale sia il problema", ha dichiarato la società, "la clausola avrebbe potuto essere di mille o di un milione di euro, ma se non si hanno problemi a mantenere il riserbo, perché non la si firma per proseguire nella trattativa?".

L'Acireale ha ribadito che, se l'intenzione è realmente quella di agire "per il bene dell'Acireale", la soluzione più ragionevole sarebbe quella di accettare di non divulgare i dati sensibili. In caso contrario, la trattativa risulterebbe arenata per l'incapacità di garantire tale fondamentale principio. Una situazione che solleva interrogativi sulla solidità delle garanzie future: "Se già questo non si riesce a garantirlo, che garanzie possono esserci per il futuro?", si chiede il club, in un chiaro riferimento alle ferite visibili lasciate da un passato problematico, affrontate dall'attuale società senza clamori e con la stessa risolutezza che ora viene richiesta alla controparte.

Infine, la nota si sofferma sulla volontà di fare beneficenza espressa dagli investitori. L'Acireale ha precisato che la beneficenza può essere attuata indipendentemente dall'esito di una trattativa commerciale, in quanto uno slancio sociale non si concretizza solo con il fallimento di un accordo. Ha inoltre specificato che l'Acireale non è né un "megafono" né un "tramite" per pubblicizzare o realizzare gesti di sostegno. "Se si vuol fare davvero beneficenza la si faccia e basta", ha affermato la società. Questo aspetto, in particolare il rendere pubblico un potenziale atto di beneficenza, sembra rappresentare per l'Acireale la natura stessa della parte interessata all'acquisizione: amplificare le parole e rendere "rumorosi" gli annunci, senza però fornire certezze tangibili. Un gesto di beneficenza, per sua intrinseca natura, dovrebbe essere utile primariamente al ricevente, e la soddisfazione derivarne dovrebbe risiedere nel "silenzio della propria coscienza".

Sezione: Serie D / Data: Sab 07 giugno 2025 alle 09:57
Autore: Redazione Notiziario del Calcio
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