Il Caldiero Terme ha trovato la propria identità attraverso un percorso di autocritica e trasformazione tattica. Sei risultati utili consecutivi, il sesto posto in classifica e prestazioni convincenti contro avversarie di alto profilo testimoniano come l'allenatore Cristian Soave sia riuscito a correggere con lucidità gli errori della fase iniziale della stagione, costruendo una squadra solida e finalmente equilibrata.
La svolta è arrivata quando il tecnico ha acquisito piena conoscenza delle caratteristiche dei suoi giocatori, avviando una rivoluzione tattica che ha stravolto l'assetto della formazione senza clamori ma con risultati immediati e tangibili. Nelle ultime settimane la squadra veneta ha saputo affrontare con personalità formazioni di grande qualità come la Folgore Caratese, trascinata da un giocatore di categoria superiore quale Tremolada, e ha letteralmente annullato domenica scorsa il Brusaporto, fino a quel momento capolista del girone.
Il cambiamento più significativo ha riguardato il reparto offensivo. Soave ha abbandonato il tridente iniziale, una soluzione che sulla carta appariva la via più semplice per schierare contemporaneamente gran parte degli elementi più talentuosi della rosa, ma che nella pratica si è rivelato poco produttivo e privo di fluidità.
Il problema principale risiedeva nella scarsa alimentazione delle punte da parte dei centrocampisti centrali, con inserimenti insufficienti delle mezzali. Inoltre, mancava un autentico centravanti capace di reggere da solo il peso dell'attacco, fatta eccezione per Orfeini. Quest'ultimo è risultato decisivo nelle ultime settimane, siglando tre reti nelle ultime quattro partite: pur essendo tecnicamente meno dotato rispetto ad altri compagni di reparto, si è dimostrato il più funzionale al nuovo sistema di gioco.
Le modifiche hanno coinvolto diversi interpreti offensivi. Mauri, prossimo ai trentatré anni, ha perso lo scatto dei tempi migliori e rende maggiormente come seconda punta piuttosto che da esterno sinistro. Analoghe considerazioni valgono per Zerbato, protagonista nella stagione della promozione quando occupava il ruolo di riferimento centrale in un attacco che poteva però contare su Rachid Arma, autentico specialista della posizione che ancora oggi, nonostante i quarant'anni, continua a essere determinante con la maglia dell'Altavilla. Anche Cavallotti e Goglino, quest'ultimo particolarmente incline alle partenze da posizioni arretrate, hanno beneficiato della riorganizzazione tattica.
Il lavoro di Soave è partito dall'analisi delle carenze difensive, in particolare sulla fascia sinistra dove la squadra non disponeva di un mancino naturale. Le assenze prolungate per infortunio di Baldani e Ghinassi hanno aggravato la situazione, spingendo il tecnico a ridisegnare completamente il reparto arretrato.
La soluzione individuata è stata quella di alleggerire i compiti di costruzione dei terzini, inevitabili in una difesa a quattro, per sfruttarne invece le qualità dinamiche e atletiche. Sulla destra è stato impiegato Caneva con compiti prevalentemente di spinta, mentre sulla corsia opposta si sono alternati Cavallotti, Parisi e Borgna. Proprio su quest'ultima fascia Soave ha scelto di schierare il giocatore classe 2007 obbligatorio per regolamento, sacrificando in mediana Locati, considerato uno dei giovani più promettenti dell'intera rosa.
Questa scelta ha permesso di addensare il centro della difesa, rendendolo più compatto e sicuro. Sul centrodestra Gecchele ha fornito prestazioni quasi impeccabili, mentre sul centrosinistra Gentile si è distinto positivamente in un reparto ulteriormente protetto dalle letture tattiche di Pelagatti. Nella recente sfida contro il Brusaporto si è messo in luce anche Amoh, rimasto inutilizzato dal pareggio contro la Virtus Ciserano di due mesi fa ma autore di una prova impeccabile per tutti i novanta minuti. A breve la rosa difensiva potrà contare anche sul rientro di Baldani.
Il giusto bilanciamento tra i reparti è stato raggiunto anche grazie all'utilizzo intelligente di Liberati, giocatore dalle caratteristiche naturalmente offensive. Già impiegato in passato come mezzala, tendeva tuttavia a spostarsi sulla fascia destra per sfruttare il suo raffinato mancino. Con il tempo ha compreso che il suo futuro potrebbe collocarsi proprio nella posizione di trequartista inserito tra i centrocampisti.
In questa veste Liberati condivide il medesimo linguaggio tecnico con Zazzi, sempre più incisivo nell'accelerare la manovra, e si integra perfettamente con l'intensità agonistica di Petdji. Il trio formato da questi tre elementi garantisce dinamismo, qualità tecnica e sostanza fisica al centro del campo.
Il processo di crescita della squadra è stato favorito da una forte unità di intenti all'interno del gruppo. Un'immagine simbolica di questo spirito è stata l'abbraccio caloroso tra Soave e Cavallotti fuori dagli spogliatoi di Brusaporto, significativo considerando che il giocatore ha collezionato appena sei minuti nelle ultime tre giornate.
I numeri certificano la solidità raggiunta dal Caldiero Terme. Tra le formazioni di vertice della classifica, la squadra veneta ha subito l'unica sconfitta contro il Chievo per un rigore nei minuti finali, dopo aver giocato settanta minuti in inferiorità numerica. La difesa è la migliore del campionato insieme a quelle di Vado, Treviso, Ostiamare, Paganese e Scafatese, tutte capoliste nei rispettivi gironi di Serie D.
Dopo aver risolto i problemi difensivi, anche il reparto offensivo ha iniziato a produrre con continuità. La squadra di Soave ha dimostrato di aver trovato la formula giusta, quella capace di valorizzare le caratteristiche individuali all'interno di un sistema collettivo coerente ed efficace. La pazienza, la capacità di analisi e il coraggio di cambiare stanno portando i frutti sperati, trasformando il Caldiero Terme in una delle realtà più interessanti del girone.
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