Un appuntamento che mancava da oltre tre decenni sta per riaccendere la passione calcistica della provincia trevigiana. Domenica 30 novembre lo stadio Soldan ospiterà il derby tra Conegliano e Treviso, un confronto che non si disputava in Serie D dal lontano 14 novembre 1993. Non si tratta di una semplice partita di campionato, ma dello scontro tra le due realtà più rappresentative del territorio provinciale, separate idealmente dal corso del fiume Piave e unite dalla rivalità sportiva.
Da una parte Treviso, capoluogo con quasi 86.000 residenti, dall'altra Conegliano, centro della Marca con circa 35.000 abitanti. Due città che domenica si contenderanno non solo i tre punti, ma anche il primato simbolico sul territorio.
L'evento richiama l'interesse non solo degli appassionati, ma anche delle autorità preposte alla sicurezza. È previsto infatti un tavolo tecnico presso la questura nella mattinata di giovedì per definire il piano di gestione dell'ordine pubblico, con particolare attenzione alle modalità di accesso dei sostenitori biancocelesti ospiti. L'affluenza si preannuncia considerevole e le autorità stanno predisponendo misure adeguate per garantire lo svolgimento regolare dell'incontro.
Lo stadio Soldan verrà adattato per accogliere il maggior numero possibile di spettatori. La tribuna centrale garantisce 523 posti a sedere, mentre il settore riservato ai tifosi ospiti dispone di 300 sedute. Per l'occasione verranno omologate anche aree aggiuntive: il parterre posizionato dietro la porta sud e il lato lungo della tribuna centrale.
Sul piano sportivo, le due formazioni arrivano all'appuntamento in condizioni diametralmente opposte. Il Treviso attraversa un momento di forma eccezionale: capolista solitaria del girone con 34 punti, la squadra biancoceleste ha inanellato cinque successi consecutivi senza concedere reti agli avversari. Un ruolino di marcia impressionante che testimonia la solidità difensiva e l'efficacia offensiva della formazione trevigiana.
Diversa la situazione del Conegliano, che tuttavia sta mostrando chiari segnali di ripresa dopo un avvio di stagione difficoltoso. L'arrivo sulla panchina giallossoblù di Alessandro Pontarollo ha coinciso con una inversione di tendenza: una vittoria e un pareggio nelle ultime due uscite hanno consentito alla squadra di risalire fino alla tredicesima posizione in classifica con 13 punti all'attivo.
Per il tecnico del Conegliano, il derby rappresenta un appuntamento dal valore particolare. Pontarollo vanta infatti un curriculum di tutto rispetto contro il Treviso: nella stagione 2023-2024, quando sedeva sulla panchina del Bassano, ha ottenuto tre vittorie in altrettanti confronti contro i biancocelesti. Un precedente che potrebbe rappresentare un fattore psicologico non trascurabile in vista della sfida di domenica.
L'ultimo derby in Serie D risale a più di trent'anni fa: era il 14 novembre 1993 quando il Treviso si impose con il risultato di 2-0, in quello che allora era denominato Campionato Nazionale Dilettanti. Più recente invece l'ultimo confronto assoluto tra le due squadre, disputato il 22 settembre 2019 nel campionato di Promozione: in quell'occasione i padroni di casa del Conegliano ebbero la meglio con un combattuto 3-2.
Complessivamente, considerando tutti i precedenti disputati al Soldan - il primo dei quali risale alla Serie D 1972-1973 - il bilancio complessivo dei 9 incontri registra un perfetto equilibrio: tre successi per il Conegliano, tre vittorie del Treviso e tre pareggi. Una parità statistica che rende ancora più incerto e avvincente il pronostico per la sfida di domenica.
Il derby del Piave si prepara dunque a scrivere un nuovo capitolo di questa storica rivalità, con la certezza che lo stadio Soldan sarà teatro di un evento destinato a lasciare il segno nella memoria collettiva dei tifosi trevigiani, indipendentemente dal risultato finale. Dopo 32 anni di attesa, Conegliano e Treviso tornano a sfidarsi nel campionato che un tempo rappresentava l'anticamera del professionismo, con l'obiettivo di conquistare non solo i tre punti ma anche la supremazia territoriale in una provincia dove il calcio continua a essere veicolo di identità e passione.
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