Cambiare per non cambiare. La paventata riforma che dovrebbe coinvolgere la Serie D rischia di essere solo un lieve mezzo passettino avanti. A chi, come noi, aveva sperato nelle prime ipotesi di una forte riduzione delle squadre e di portare i gironi del massimo campionato dilettantistico nazionale dagli attuali nove ad otto.

Esce infatti allo scoperto Giancarlo Abete, il settantacinquenne presidente della Lega Nazionale Dilettanti, che in una recente intervista alla stampa nazionale ha dichiarato: «Stiamo studiando, assieme ai club di serie D, la possibilità di ridurre già dalla stagione 2026-27 da nove a otto i gironi 
portandoli a 20 squadre in modo da non penalizzare nessuno. Consentiremo così, attraverso la disputa dei playoff nazionali, una promozione in 
più sul campo e un passaggio al professionismo diretto senza attendere ripescaggi e riammissioni. Le dinamiche di una riforma riguardano principalmente la A, la B e la C. Come Lega Dilettanti, attraverso la se rie D come primo livello, riteniamo di poter svolgere un ruolo cruciale. Sono contrario a creare un altro livello intermedio tra la C e la D, com’è sta ta la C2, perché genererebbe un’inflazione incontrollabile in un momento in cui è necessario ridurre o accorpare».

Insomma, altro che riduzione dei club: con la formula indicata dal numero uno della LND, si passerebbe dall'attuale format con 162 club al nuovo con 160 squadre. Resta buona l'eliminazione di un girone per avere dei play-off degni di questo nome (Noi di NotiziarioCalcio.com lo invochiamo appena dal 2009). Troppo poco però. Non si può essere contenti se dopo tanti anni la risposta è questa. Insomma, più che di riforma sembra appena un restyling di un campionato che perde a gran ritmo consensi e tifosi. Presto o tardi si arriverà al collasso. Ci aspettavamo certamente di più, pretendevamo di più.

Sezione: In Copertina / Data: Mar 09 settembre 2025 alle 18:00
Autore: Ermanno Marino
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