Čestmír Vycpálek fu un eccezionale calciatore boemo. Si mise in luce nella sua terra d'origine con lo Slavia Praga, ma la Seconda guerra mondiale lo segnò profondamente: nel 1944 fu deportato nel campo di concentramento di Dachau, dove rimase per diversi anni in condizioni estreme. Dopo la fine del conflitto, Vycpálek tornò a giocare nello Slavia Praga.

Il suo arrivo in Italia fu del tutto casuale. Il segretario della Juventus, che esportava vini piemontesi, aveva un amico a Praga, Foresto, che gestiva un night club. Durante una conversazione, Foresto parlò di calcio, segnalando al segretario due talenti dello Slavia Praga: Vycpálek e Korostelev.

Nonostante giocasse splendidamente sotto la guida di Renato Cesarini, Vycpálek rimase solo un anno alla Juventus. In quella squadra militavano campioni come Silvio Piola, Giampiero Boniperti, Carlo Parola, Sentimenti, e il suo ex compagno dello Slavia Praga, Korostelev. L'avvocato Agnelli, per rispetto e amicizia nei confronti del principe Lanza, presidente del Palermo, cedette il giocatore alla squadra rosanero. Nella capitale siciliana, Vycpálek giocò per cinque anni, deliziando il pubblico palermitano con la sua classe e tecnica elegante. Era un trascinatore, un centrocampista con una visione di gioco eccellente. Divenne anche il primo straniero a indossare la fascia di capitano in Serie A. Nel 1952 passò al Parma, dove concluse la sua carriera di calciatore dopo sei stagioni.

La Carriera da Allenatore: Dalla Sicilia alla Juventus

Per un giocatore talentuoso come Vycpálek, una volta appese le scarpe al chiodo, il ruolo di allenatore fu una scelta naturale. Trasferì la sua famiglia in Sicilia, lontano dalla minaccia dell'invasione sovietica di Praga.

Al suo primo anno alla guida del Palermo, ottenne un secondo posto che valse la promozione in Serie A. Il 15 maggio 1960 fu esonerato, e nel luglio dello stesso anno arrivò a Siracusa, in Serie C, per sostituire Oronzo Pugliese. Il presidente Sgarlata annunciò l'obiettivo della Serie B, e furono fatti grandi investimenti. Furono confermati i giocatori migliori e arrivarono nuovi acquisti da squadre importanti. La stagione partì bene, e i tifosi sognavano il ritorno in serie cadetta dopo otto anni. Purtroppo, i risultati peggiorarono e le prime sconfitte iniziarono ad arrivare. La crisi si manifestò pienamente il primo gennaio con una partita deludente contro la Reggina. I tifosi contestarono il tecnico per i continui cambi di schema e per aver adattato i giocatori in ruoli non propri.

Inoltre, fu contestata anche la dirigenza per non aver acquistato un attaccante dopo il rifiuto di De Paola di trasferirsi in Sicilia. Di comune accordo con la società, Vycpálek rescisse il contratto. Per la quindicesima giornata, la squadra fu affidata a Baccalini, ma una sconfitta per 2 a 0 spinse la società ad accelerare la ricerca di un nuovo tecnico. Arrivò Egizio Rubino dall'Akragas. La "fuga" di Rubino verso Siracusa causò polemiche, ma in realtà fu lo stesso allenatore a proporsi, non trovandosi bene nel club agrigentino. Sotto la guida di Rubino, il Siracusa ottenne nove risultati utili consecutivi e, nelle ultime sette partite, vinse sei volte, perdendo solo contro il Trapani. Alla fine del campionato, la squadra si classificò al terzo posto con quarantaquattro punti, a soli tre punti dalla promozione in Serie B, ottenuta dal Cosenza.

Vycpálek allenò poi per due anni il Marzotto Valdagno in Serie C, prima di tornare a Palermo per guidare il settore giovanile. Nel 1965 andò ad allenare la Juventina Palermo in Prima Categoria, con il presidente Renzo Barbera. L'anno successivo ottenne la promozione in Serie D e riuscì a mantenere la categoria. Nel campionato 1969-70 passò al Mazara.

Nel dicembre 1970, un incontro fortuito a Bagheria cambiò nuovamente il suo destino. Incontrò il suo ex compagno Giampiero Boniperti, all'epoca amministratore delegato della Juventus, che gli propose subito di allenare le giovanili bianconere. L'anno successivo, a seguito della prematura scomparsa di Armando Picchi, Vycpálek, affettuosamente chiamato "Cesto", assunse la guida della prima squadra. Sotto la sua direzione, la Juventus vinse due scudetti consecutivi nelle stagioni 1971-72 e 1972-73. L'anno successivo concluse la sua carriera di allenatore, rimanendo nella società come osservatore.

A continuare la sua passione per il calcio in Italia ci pensò suo nipote, Zdeněk Zeman, figlio di sua sorella, che arrivò a Palermo nel 1966 a soli diciannove anni su sollecitazione dello zio. Vycpálek è scomparso dieci giorni dopo aver compiuto 81 anni, proprio il giorno in cui la Juventus conquistò il ventiseiesimo scudetto.

Sezione: In Copertina / Data: Lun 22 settembre 2025 alle 19:45
Autore: Pippo Franzò
vedi letture
Print