Un gesto di integrità e coraggio ha innescato una delle indagini più scottanti sul fronte delle scommesse e delle combine nel calcio giovanile italiano, sfociata nell'operazione denominata “Penalty”. Al centro della vicenda c'è l'arbitro Stefano Milone, appartenente alla sezione di Taurianova, la cui onestà è stata la miccia che ha fatto esplodere l'inchiesta.

Secondo quanto ricostruito dalla Gazzetta del Sud, tutto ha avuto inizio alla vigilia della partita Empoli-Lazio, valida per il campionato Primavera 1 e in programma il 18 agosto 2024. La sera precedente, il 17 agosto, Milone sarebbe stato avvicinato da un collega, Luigi Catanoso della sezione di Reggio Calabria, che era in compagnia di un'altra persona. Davanti all'hotel, i due avrebbero proposto a Milone la somma di 3.000 euro per alterare l'esito o l'andamento della gara. Le richieste erano specifiche: influenzare il risultato, fornire indicazioni su «chi segna per primo» e sul numero di «ammonizioni» che sarebbero state comminate durante l’incontro.

Invece di accettare la proposta illecita, Stefano Milone ha scelto la strada della legalità. L'arbitro ha immediatamente denunciato il tentativo di corruzione tramite mail ai vertici dell’Associazione Italiana Arbitri (AIA). L'AIA ha risposto prontamente, sostituendo Milone in via precauzionale dalla direzione di gara e segnalando l'accaduto alla Procura Federale della FIGC.

Da quella prima denuncia sono partite le indagini. L'inchiesta si è rapidamente estesa, coinvolgendo anche la Procura della Repubblica di Reggio Calabria, già impegnata nel monitorare flussi sospetti di scommesse in diverse località della zona ionica reggina, tra cui Condofuri, Melito Porto Salvo, Palizzi e il capoluogo stesso.

L'operazione "Penalty", condotta congiuntamente da Carabinieri e Guardia di Finanza, ha portato a una svolta drammatica con l'emissione di cinque misure cautelari. Tra le persone indagate figura proprio Luigi Catanoso, arbitro reggino di 37 anni, per il quale sono stati disposti gli arresti domiciliari. È fondamentale sottolineare che Catanoso, come tutti gli altri coinvolti, è attualmente destinatario solo di ipotesi di reato, in attesa che le verifiche processuali facciano il loro corso.

Secondo l'impianto accusatorio, a offrire il denaro a Milone sarebbero stati Giampiero e Tommaso Reale, titolari di un'agenzia di scommesse a Sesto Fiorentino, con l'obiettivo chiaro di orientare l'andamento del match.

L'indagine ha inoltre sollevato il velo su altre partite sospette dirette in passato dallo stesso Catanoso. Tra gli incontri messi sotto la lente di ingrandimento figurano diverse gare del torneo Primavera, tra cui Benevento-Cesena, Sassuolo-Verona, Napoli-Spezia e Salernitana-Entella, oltre ad alcune sfide di Serie C come Pineto-Carrarese, Casertana-Montessori Tuscia e Pro Sesto-Triestina.

Intervistato dall’Ansa, Stefano Milone, che nonostante tutto continua la sua attività in campo, ha commentato con lucidità e soddisfazione il suo gesto: «È stato semplice trovare il coraggio di denunciare. Noi arbitri entriamo in campo con la pancia, ma ragioniamo con la testa. Ero già felice quando ho denunciato, lo sono ancora di più ora che ha vinto la legalità».

Sezione: Serie D / Data: Lun 03 novembre 2025 alle 10:35
Autore: Redazione Notiziario del Calcio / Twitter: @NotiziarioC
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