Assolutamente. Ecco la rielaborazione completa dell'articolo, con un nuovo titolo accattivante e senza i minuti di riferimento delle dichiarazioni, come richiesto.
Una vittoria fondamentale, seppur giunta in extremis. La Paganese ha superato il Manfredonia con il risultato di 1-0, portando a casa tre punti pesantissimi che consolidano il percorso di crescita della squadra. Al termine della gara, il tecnico Novelli è intervenuto in conferenza stampa per analizzare una partita che ha visto i suoi ragazzi dominare, ma faticare non poco a scardinare il muro difensivo avversario.
Nonostante il risultato finale e il controllo quasi totale della gara, Mister Novelli ha voluto subito rendere merito all'avversario, individuando nella loro organizzazione difensiva la principale causa della difficoltà a trovare la rete nei tempi rapidi.
"C'è merito anche avversario quando non trovi gli spazi non è solo demerito tuo, merito avversario. Stavano molto bene e bassi dietro la linea della palla non venendo a prenderti verso l'alto concedevano meno alle loro spalle si sono abbassati un 5 4-1 erano in fase di non possesso bassi".
Il Manfredonia, schierato con un compatto 5-4-1 in fase di non possesso, ha costretto i celesti a un lavoro di fino per poter penetrare. Il tecnico ha sottolineato la necessità, in queste situazioni, di maggiore pazienza e soprattutto di una migliore lettura degli spazi, assieme a una più rapida esecuzione tecnica.
"Se non hai la pazienza e la lettura per trovare gli spazi... qualche passaggio qualche situazione che l'abbiamo sbagliata poi ti concedi anche ripartenza avversaria. Però poi la squadra ha provato sempre, è stata generosa, è stata l'idea".
Secondo Novelli, il potenziale per sbloccare prima il risultato risiede nel giocare a "un tocco due tocchi" e nell'effettuare "cambio gioco" per sviluppare diverse situazioni offensive. Ha ammesso che vi sono stati degli "errori che secondo me sono facili da correggere" e che il gruppo deve ancora affinare la ricerca di "soluzioni immediate che ci permettono di trovare uno spazio e forse di far gol prima".
Interrogato sulle sostituzioni e sulle mosse tattiche, in particolare sull'ingresso di Negro, Novelli ha spiegato la sua strategia per muovere la retroguardia avversaria, che in quel momento si presentava troppo bloccata con cinque elementi.
"Volevamo dilatare il campo in ampiezza avere i due senni larghi sulle linee e molte volte poi su quelle palle che vanno in aria e ci si arriva anche con la mezzala".
Il passaggio a un modulo più offensivo ha creato, di fatto, nuove minacce, una manovra studiata per "rompere anche la memoria all'avversario" e dare nuove soluzioni. Ha difeso la scelta di tenere in campo l'attaccante argentino (Abel), che ha ripagato con la rete decisiva, definendolo il "classico attaccante" in grado di rendersi pericoloso con tiri rapidi e difficili da leggere per il portiere avversario.
Un capitolo a parte è stato dedicato dal tecnico alla tifoseria, per la quale ha speso parole di straordinario elogio, ritenendola una vera e propria arma in più per il gruppo.
"Avere una tifoseria nella coreografia che hanno fatto ma non solo nella parte iniziale in tutte le partite che abbiamo fatto fino adesso fino al 97º 98º minuto anche in momenti nostri che non girava come doveva girare sempre sostenuto".
Novelli ha sottolineato come la passione, l'educazione e il sostegno costante, anche nei momenti di difficoltà, siano un motore inesauribile per la squadra. "E ci trascinano soprattutto quando si annebbi un po' la vista ti danno quella forza che vai oltre".
Infine, Novelli ha respinto con fermezza l'etichetta di "big" per la Paganese, vedendola come una potenziale fonte di pericolose illusioni. Il processo di crescita è in atto, ma la strada è ancora lunga e richiede massima umiltà.
"Big per noi deve essere il lavoro, ve lo dico perché sennò e andiamo ci illudiamo di qualcosa che non abbiamo tra le mani. Noi tra le mani dobbiamo avere giorno per giorno una crescita".
Il tecnico ha invitato a mantenere un "equilibrio" emotivo, evitando di "vivere di esaltazione" e poi deprimersi. La chiave per un cammino meno difficoltoso è rimanere saldamente legati al "lavoro" e all'idea di gioco, imparando ad affrontare ogni tipo di difesa (alta o bassa) e a leggere gli spazi differenti.
Autore: Redazione Notiziario del Calcio / Twitter: @NotiziarioC
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