La situazione in casa Brindisi si fa incandescente dopo la dura presa di posizione del direttore sportivo Emanuele Righi. Immediata, e affidata a un lungo e dettagliato post social, è arrivata la replica di Andrea Saraniti, il calciatore al centro della polemica. L'attaccante ha voluto fare chiarezza e fornire il proprio punto di vista in merito all'episodio che lo ha visto protagonista di un gesto plateale durante una gara recente.
Un gesto di stizza, non di mancanza di rispetto
Saraniti ha scelto di rompere il silenzio per affrontare la questione, cominciando con delle sincere scuse per il comportamento manifestato, sebbene ne abbia immediatamente voluto circoscrivere il significato.
“In merito all’episodio odierno che purtroppo mi vede protagonista vorrei precisare alcuni aspetti, in primis scusarmi per il gesto che ho fatto. Aver gettato la maglia non voleva essere una mancanza di rispetto per la stessa!!! È stato dettato solo dal fatto che volevo rimanere in campo e dare una mano ai miei compagni di squadra visto lo svantaggio!!!”
Il capitano ha dunque inquadrato il lancio della casacca non come un'offesa ai simboli del club, ma come un'azione dettata dalla foga agonistica e dal desiderio impellente di continuare a lottare in campo, soprattutto in un momento di svantaggio per la squadra.
Amarezza e delusione per le parole di Righi
Il fulcro della reazione di Saraniti riguarda però le affermazioni rilasciate dal direttore sportivo Righi in conferenza stampa, parole che, a detta del calciatore, lo hanno profondamente amareggiato e che lo hanno costretto a una replica pubblica.
”Le dichiarazioni del direttore Righi mi hanno amareggiato moltissimo, mi vedo costretto a rispondere con questo post rimarcando con forza alle sue illazioni. Da parte mia non c’è mai stata l’intenzione di lasciare il Brindisi e non si può fomentare una piazza contro un giocatore in questo modo, a Brindisi mi hanno sempre rispettato per l’uomo in primis e poi per il calciatore e un rapporto con la gente e i tifosi di stima e affetto reciproco!!!”
L'attaccante ha categoricamente smentito qualsiasi ipotesi di una sua volontà di abbandonare la squadra biancazzurra, respingendo l'idea che il suo gesto possa essere stato strumentalizzato per mettere in discussione la sua permanenza. Ha espresso con vigore la propria indignazione per il modo in cui le dichiarazioni del dirigente potrebbero aizzare la piazza contro di lui, un giocatore che, come sottolinea, ha sempre goduto di stima e rispetto reciproco da parte della tifoseria, sia come persona che come atleta.
Rabbia agonistica e senso di appartenenza: la difesa del Capitano
In chiusura, Saraniti ha ribadito la natura del suo impeto, definendolo un atto di "pura rabbia agonistica" e non un attacco alla società o alla città. Il calciatore chiede che il suo comportamento venga interpretato per quello che era: un forte segnale di attaccamento al risultato sportivo e di "senso di appartenenza" alla causa Brindisina.
”Il mio gesto, seppur sopra le righe, ma di pura rabbia agonistica, dovrebbe essere visto giustamente nella maniera, come un forte attacco al raggiungimento di un risultato sportivo, di attacco e senso di appartenenza!!! Non volevo sicuramente mancare di rispetto alla tifoseria, alla città di Brindisi nè ai miei compagni di cui mi onoro di esserne il CAPITANO!!! Ovunque conoscono Andrea Saraniti “uomo” , non mi è mai successo di ascoltare tanta cattiveria nei miei confronti… sono amareggiato e deluso, non aggiungo altro perché alcuni valori non possono essere calpestati!!!”
Sottolineando di essere il CAPITANO della squadra, e come tale di sentirsi onorato di questo ruolo, ha ribadito la sua integrità personale, specificando che l'"uomo Andrea Saraniti" è universalmente riconosciuto per i suoi valori. L'attaccante ha concluso il suo sfogo manifestando la sua profonda delusione per la "cattiveria" percepita nei suoi confronti, scegliendo di non aggiungere ulteriori commenti, in nome di "alcuni valori non possono essere calpestati". Il post si configura dunque come una netta presa di posizione contro il direttore sportivo Righi e un appello all'unità per difendere la sua reputazione di uomo e di professionista.
Autore: Redazione Notiziario del Calcio / Twitter: @NotiziarioC
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