Al termine della sfida contro il Sangiuliano City, il rammarico in casa Pro Sesto non è dettato solo dalla prestazione sottotono, ma si concentra soprattutto su una gestione arbitrale percepita come palesemente iniqua. Il direttore sportivo Andrea Scandola è intervenuto in sala stampa per analizzare l'incontro e, soprattutto, per denunciare con veemenza una sequela di episodi che, a detta della società, stanno condizionando l'andamento del campionato arancione.
Scandola ha iniziato rendendo onore agli avversari, riconoscendo che la Pro Sesto ha incontrato «una squadra che sta bene e lo sapevamo». Quanto alla propria formazione, il DS ha ammesso una giornata «sicuramente sottotono», attribuendo la mancanza di brillantezza anche a un po’ di stanchezza. Nonostante ci fosse la volontà di conquistare la vittoria, il pareggio finale è stato giudicato «anche giusto per quello che si è visto in campo». Il dirigente ha voluto difendere i suoi giocatori, avvertendo che non si può «appendere al muro questi ragazzi che hanno sbagliato una partita», poiché si tratta di un gruppo composto da esseri «umani».
Tuttavia, l'attenzione del direttore sportivo si è spostata rapidamente sul vero cruccio societario: l'atteggiamento della classe arbitrale. Pur ribadendo che la società non intende attaccare gli arbitri né negare che «tutti possono sbagliare», Scandola ha manifestato rabbia per una situazione che si ripete sistematicamente. La Pro Sesto sente che manca una vera trasparenza, citando episodi recenti e clamorosi. La scorsa settimana, la squadra è rimasta in dieci per una espulsione su un contatto spalla contro spalla, senza che venissero fornite spiegazioni convincenti. Oggi, si è verificato un altro rosso, ancora una volta senza una motivazione comprensibile.
Il DS ha citato anche un esempio di errore regolamentare basilare: «Abbiamo battuto una rimessa dal fondo e ci hanno fischiato fuorigioco». L'unica cosa che il club chiede è che venga «rispettato il regolamento». Scandola ha espresso il forte timore di un «accanimento in certe situazioni», di cui solo la Pro Sesto sta pagando le conseguenze. L'adagio popolare secondo cui "prima o poi gira" è smentito dai fatti, dato che la società non vede un’inversione di tendenza «da un anno e mezzo».
Le conseguenze di questi errori, secondo il dirigente, non sono solo di natura psicologica, ma incidono direttamente sulla classifica. Scandola ha rievocato l'ingiustizia subita a Desenzano – sessanta minuti giocati in inferiorità e un gol regolare ingiustamente annullato – arrivando a quantificare il danno: «Potevamo essere primi in classifica».
Il discorso è sfociato in un vero e proprio appello alla giustizia sportiva, legato all'impegno e all'investimento del club. La Pro Sesto è una società che da un anno e mezzo sta cercando di operare in modo corretto, con grande sforzo e «anche con un impegno economico», pur non potendo contare sullo stesso budget di altre realtà. La richiesta è semplice: che vengano garantite condizioni «eque» per competere ad armi pari: «Vogliamo giocare 11 contro 11 perché sarebbe stato giusto così anche oggi». La frustrazione è tale da spingere Scandola a un clamoroso avvertimento finale: «Se così non vogliono fare che ce lo dicano, almeno i soldi li investiamo nel settore giovanile e spieghiamo ai nostri tifosi che, sicuramente, capiscono certe dinamiche».
La Pro Sesto è una «piazza importante» con l'ambizione dichiarata di «tornare nei professionisti» e vuole giocarsela con lealtà. Il direttore sportivo ha concluso chiedendo che si faccia «più attenzione» per evitare ulteriori episodi che penalizzino ingiustamente la squadra.
Autore: Redazione Notiziario del Calcio / Twitter: @NotiziarioC
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