Lo zero a zero maturato al termine del derby tra Perugia e Arezzo ha fornito al tecnico amaranto, mister Bucchi, spunti di analisi profondi e al contempo intrisi di amarezza. Se da un lato il risultato finale di parità è stato giudicato «giustissimo» e la contesa ha rispettato le attese sotto il profilo agonistico ed emotivo, dall'altro l'allenatore non ha nascosto la frustrazione per la scarsa qualità tecnica espressa dalla sua formazione.
Il mister ha riconosciuto che il confronto è stato un «bellissimo derby» per intensità e per l'aspetto «emotiva caratteriale», confermando che la squadra si aspettava esattamente questo tipo di sfida. Tuttavia, la partita è stata anche «povera tecnicamente da ambole parti», con l'Arezzo colpevole di un numero di imprecisioni così elevato che Bucchi ha confessato di aver «smesso di segnarli sul taccuino».
L'aspetto fondamentale su cui l'allenatore ha voluto fare chiarezza è la distinzione tra attitudine e lucidità. «Non abbiamo sbagliato l'atteggiamento», ha puntualizzato, sottolineando l'approccio combattivo dei suoi; l'errore è stato piuttosto nella «gestione tecnica della gara». I giocatori sono stati poco lucidi, soprattutto nel primo tempo, quando sono stati commessi «tantissimi errori proprio banali a livello tecnico», donando così coraggio alla squadra avversaria.
La situazione non è migliorata, a detta del tecnico, neanche quando, complice la doppia espulsione, il match è proseguito in dieci contro dieci. In quel frangente, con il Perugia in palese difficoltà fisica e che lasciava campo, l'Arezzo ha avuto il «predominio del pallone» e ha raggiunto la trequarti con facilità. Il problema è emerso nella fase finale dell'azione: «Ci è mancata proprio la lucidità di far girar palla, di cercare la qualità il momento giusto», ha spiegato Bucchi. La squadra ha tentato giocate forzate, come lanci lunghi o esterni che andavano all'uno contro tre, mancando di pazienza. Paradossalmente, in questo tentativo di affrettare la manovra, l'Arezzo ha anche rischiato di perdere su due o tre ripartenze subite, culminate con l'unica vera parata di Venturi su Torrasi. Il tecnico ha quindi lanciato un monito: il «processo di maturazione» del gruppo passa per la capacità di riconoscere e saper gestire diversamente partite di questo genere.
Riguardo ai cambi, in particolare la sostituzione di Cianci con Varela, il mister ha motivato la sua scelta tattica. Cianci, infatti, non era stato quasi mai innescato, poiché costantemente controllato dall'avversario. «Loro ci hanno messo un Bartolo mai davanti, non gli permettevano di giocare la palla addosso», ha detto Bucchi, spiegando di aver tolto il giocatore perché «non lo stavamo servendo». L'inserimento di un profilo come Varela, in grado di attaccare la profondità, mirava a sfruttare gli spazi alle spalle della difesa avversaria, ma anche in questo caso, è stata la cattiva qualità della «prima costruzione» a vanificare la mossa.
Interrogato sull'ottima combattività mostrata dalla squadra, Bucchi ha confermato che si tratta di un aspetto su cui si è lavorato molto, consapevole che il campionato richiede spesso di «esastare la gara da un punto di vista proprio agonistico». La preparazione era stata meticolosa per fronteggiare la verticalità del Perugia, squadra che giocava molto sulla riconquista e sulle seconde palle: «Credo che l'abbiamo fatto molto bene», ha ammesso il tecnico. Ma ha poi ricalcato la questione centrale: «Abbiamo fatto bene la partita contro gli avversari ma non abbiamo fatto bene la nostra partita», riferendosi all'incapacità di sviluppare azioni con serenità e trovare soluzioni efficaci.
Infine, le decisioni arbitrali. Bucchi ha accettato con serenità gli episodi, affermando che tanto «non le puoi sovvertire». Ha espresso perplessità su un contrasto in area che ha coinvolto Guccione, sebbene l'arbitro abbia optato per il giallo. Sul rigore contestato, il suo parere è stato chiaro: l'episodio ha visto una «reciproca trattenuta»; in caso di concessione, «ne dovresti dare 10 a partita». Ciò che pesa di più, tuttavia, è la somma delle decisioni, che ha portato all'espulsione di Iaccarino e all'ammonizione di Guccione. I due giocatori salteranno la prossima partita, aggiungendosi alle «defezioni» già presenti nell'organico.
«Questo è il momento dove come organico siamo un po' corti», ha concluso Bucchi, ma ha subito stemperato i toni, offrendo una prospettiva costruttiva: «Nelle difficoltà si aprono delle opportunità». L'Arezzo dovrà essere bravo a ricaricare le batterie velocemente, in vista del prossimo impegno di venerdì, e a condurre una «analisi molto intelligente di questa partita» per capitalizzare su quanto di buono, come l'agonismo e la parte nervosa, è stato messo in campo.
Autore: Redazione Notiziario del Calcio / Twitter: @NotiziarioC
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