L'Arezzo ha conquistato una vittoria fondamentale espugnando il campo dell'Ascoli, portando il proprio vantaggio sui bianconeri a sette punti e distaccando anche il Ravenna. Nonostante l'impresa, il tecnico dei toscani, Cristian Bucchi, ha scelto di mantenere un profilo basso in conferenza stampa, preferendo elogiare lo spirito del gruppo piuttosto che i meriti tattici.
Analizzando la gara del "Del Duca", Bucchi ha riconosciuto che l'Arezzo avrebbe potuto gestire meglio i contropiedi, ma ha giustificato le imprecisioni con l'importanza del risultato. "Potevamo fare tante ripartenze con finalizzazione di più, siamo stati un po' imprecisi ma in partite del genere l'importante è sfruttare gli episodi e noi oggi siamo stati bravi a spaccare la partita", ha affermato l'allenatore. La rete siglata ha costretto i padroni di casa a sbilanciarsi, aprendo spazi che l'Arezzo era pronto a sfruttare: "Il gol ha portato l'Ascoli a sbilanciarsi di più e in quegli spazi sapevamo di potergli fare male".
Un complimento è stato riservato alla cornice di pubblico, con un plauso ai tifosi di entrambe le squadre, e all'avversario per l'ottima prestazione: "Faccio i complimenti ai bianconeri perché hanno giocato bene e ai loro tifosi, perché la cornice è stata splendida anche grazie al nostro pubblico venuto da Arezzo".
L'inserimento di Varela è stata la mossa strategica che ha dato un'impronta offensiva e coraggiosa alla gara, un chiaro segnale voluto dal tecnico. "Volevo dare un segnale ai ragazzi, penso sia la prima volta che qualcuno viene ad Ascoli a giocare in maniera così offensiva e credo che la mossa sia riuscita", ha spiegato Bucchi, sottolineando come l'atteggiamento aggressivo abbia permesso di limitare le occasioni avversarie, tenendo a bada i giocatori più dotati tecnicamente dell'Ascoli: "abbiamo contenuto molto bene e non abbiamo subito tante occasioni perché abbiamo disinnescato i loro giocatori qualitativamente più forti".
Nonostante la vittoria, Bucchi ha voluto subito correggere il tiro, precisando che non si è trattato di una prova impeccabile: "Non è stata la partita perfetta, perché penso che si possa sempre fare meglio". Tuttavia, è proprio nella risposta della squadra in termini di spirito che l'allenatore ha trovato la vera "perfezione".
Il tecnico ha raccontato episodi di straordinaria abnegazione che definiscono il carattere del gruppo. Ha citato Tito, in campo nonostante una lussazione al gomito da oltre un mese: "Tito, che ha una lussazione al gomito da un mese e non si è mai fermato, se lo metto in porta si mette anche a parare". Stessa dedizione per Gigli, che gioca con un edema al piede, e per Ravasio e Mawuli, che pur non essendosi allenati fino al giorno prima, erano pronti a subentrare.
Questo atteggiamento di sacrificio è, per Bucchi, il segreto e il punto di forza dell'Arezzo: "Però quando mi sono girato in panchina per vedere chi fare entrare, erano tutti pronti a dare il loro contributo. Questo è lo spirito di una squadra che ci vuole provare e in questo senso possiamo dire di essere stati perfetti".
In conclusione, l'allenatore ha ridimensionato l'importanza della sfida di Ascoli in chiave campionato. Per Bucchi, le vere gare decisive non sono quelle ad alta intensità emotiva come i derby o gli scontri diretti, che forniscono stimoli in automatico.
Le partite cruciali sono quelle in cui la squadra, etichettata come favorita, deve superare la pressione della vittoria obbligata. "Per me era molto più decisiva la partita col Bra, perché le partite più difficili sono quelle che apparentemente devi vincere per forza, quando tu sei etichettato come squadra forte", ha puntualizzato. Avversari come il Rimini, battuto solo di misura (1-0), hanno rappresentato i veri banchi di prova: "Quelle sono le vere partite crocevia, quella di oggi no perché è un tipo di avversario e di partita che ti dà stimoli già di suo".
Autore: Redazione Notiziario del Calcio / Twitter: @NotiziarioC
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