Il Cosenza centra il terzo successo consecutivo, arrivando al sesto risultato utile, e compie l'impresa di ribaltare in casa il Benevento, issandosi al terzo posto in classifica, scavalcando proprio i giallorossi nello scontro diretto. Nonostante l'iniziale svantaggio, la reazione dei "lupi calabresi" contro una delle favorite al titolo ha dimostrato una maturità straordinaria, come analizzato dal mister Antonio Buscè in sala stampa.
Antonio Buscè ha descritto il confronto con il Benevento come una "partita particolare", quasi autogestita in termini di motivazioni. "Affronti una squadra costruita per vincere il campionato, con giocatori forti sotto ogni punto di vista – qualcuno l’ho anche affrontato da giocatore", ha sottolineato l'allenatore. In gare di questo calibro, il ruolo del tecnico si concentra più sull'esecuzione che sulla carica emotiva.
"Ho detto ai ragazzi che a volte queste gare si preparano da sole: non serve caricarle troppo, sono già consapevoli", ha spiegato Buscè. La chiave, infatti, non è focalizzarsi solo sull'avversario, ma soprattutto sul proprio piano di gioco: "L’importante è mettere il focus su quello che dobbiamo fare noi, non solo sull’avversario". La crescita del Cosenza è stata graduale e meritata, ottenuta "partita dopo partita, mattoncino su mattoncino". Buscè ha voluto anche ricordare ai suoi che il privilegio di affrontare avversarie così blasonate è frutto del loro stesso percorso: "Quando hai l’onore di giocare contro squadre così, devi ricordarti che hai fatto quasi lo stesso percorso per arrivarci".
Un elemento cruciale che ha sbloccato la gara è stata la scelta a sorpresa di schierare Cannavò in una posizione chiave. Buscè ha rivelato che la decisione tattica è maturata solo il giorno stesso della partita: "L’ho deciso stamattina".
Il tecnico si trovava davanti a un bivio: attendere l'avversario o affrontarlo a viso aperto. Ha optato per la seconda soluzione, correndo un rischio calcolato per non rinunciare alla spinta sulle fasce. "Con Cannavò e Ricciardi da una parte avevo tanta spinta, con D'Orazio-Garritano-Florenzi dall’altra più qualità", ha analizzato. Sulle fasce, la spinta è costante, grazie a Pierozzi e Lamesta, e Buscè non voleva limitare il lato sinistro: "Ho preferito rischiare e fare una partita coraggiosa piuttosto che aspettare troppo".
Il Cosenza sembra trovare un punto di forza nel giocare senza un centravanti classico, grazie anche alla dedizione di Simone Mazzocchi. "Simone sta facendo benissimo questo ruolo e gli piace", ha confermato Buscè. La risposta del giocatore a fine partita è stata emblematica dello spirito del gruppo: "A fine partita l’ho ringraziato mentre entrava nel sottopasso e lui mi ha risposto secco: «Mister, a me non importa segnare, mi interessa essere utile alla squadra». Quando un giocatore ti dice così è tanta roba".
Buscè ha insistito sull'importanza di isolare la squadra dalle distrazioni esterne: "Siamo stati bravi tutti – io, lo staff, la squadra – a concentrarci solo sul campo. La nostra medicina è quel rettangolo verde. Tutto il resto ci fa solo sprecare energie". Ha ribadito che l'atteggiamento mostrato, fatto di "sacrificio e dedizione", è lo stesso da mesi, anche se "vincere contro una candidata alla promozione diretta fa più rumore".
La grande dimostrazione di maturità del Cosenza è arrivata proprio dopo il gol subito, con la squadra che è riuscita a reagire immediatamente, senza sbandare. "È il segnale di una squadra matura? La parola che ripeto da mesi è equilibrio. Senza equilibrio vai in confusione sia quando vinci sia quando perdi", ha sottolineato Buscè.
Ha ammesso di aver visto un momento di smarrimento, durato pochi secondi, ma ha saputo intervenire subito: "Dopo il loro vantaggio ho visto qualche mano nei capelli per 30-40 secondi, poi ho urlato: «Kevin, può succedere, stop, ripartiamo»". L'errore, in quel caso, non era superficiale, ma di esecuzione (Cannavò "voleva saltare una linea, ha fatto la scelta giusta nel momento sbagliato"). La chiave è stata la risposta psicologica: "La cosa bellissima è stata la reazione immediata: testa alta, autostima, serenità. Tanto si gioca con la testa".
Riguardo al modulo, Buscè ha chiarito che il passaggio a cinque in difesa negli ultimi minuti è stata una lettura della situazione, non un cambio di filosofia tattica. "Il passaggio a cinque negli ultimi minuti è stato solo per gestire l’assalto finale: contro Latina, Casarano e oggi è successo la stessa cosa", ha spiegato, giustificando la mossa come un accorgimento necessario per contrastare l'inserimento di attaccanti avversari e gestire le palle alte.
Infine, sui risultati ottenuti contro le big (sei punti tra Salernitana, Catania e Benevento), Buscè ha respinto l'idea di "scorciatoie". Il suo Cosenza ha scelto "un binario solo: lavoro quotidiano, miglioramento individuale e collettivo. Non inventiamo niente di straordinario, cerchiamo solo di far crescere ogni singolo giocatore. Quando ognuno migliora, migliora la squadra, migliorano le prestazioni e arrivano i risultati. Questo è il mio modo di lavorare. Punto".
Autore: Redazione Notiziario del Calcio / Twitter: @NotiziarioC
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