La situazione in casa Olbia ha raggiunto un punto di rottura drammatico. Dopo la sconfitta casalinga nel derby contro il Monastir, la tensione accumulata nelle ultime settimane è esplosa in una decisione drastica e ufficiale: il gruppo squadra ha decretato lo stop immediato degli allenamenti a partire da martedì, in attesa di risposte concrete e chiarificatrici da parte della dirigenza gallurese.
L'annuncio è stato dato direttamente in sala stampa, nel post-partita, da due dei senatori e pilastri dello spogliatoio, Daniele Ragatzu e Roberto Biancu, affiancati dal vice-allenatore Fabrizio Carafa. Il messaggio è stato inequivocabile: in assenza delle dovute garanzie da parte della società, non è più possibile proseguire l'attività agonistica.
Analizzando la prestazione in campo, Ragatzu ha ammesso che «Non è stata una bella partita, ma non volevamo perdere». Tuttavia, la stanchezza non è solo fisica, ma soprattutto mentale e gestionale: «Siamo stanchi, la squadra ha deciso di fermarsi se non arriva una risposta entro questa settimana».
I calciatori hanno sottolineato di aver sopportato abbastanza, ma il limite è stato superato: «Abbiamo sofferto abbastanza e ora vogliamo delle risposte. Abbiamo dato tutto, ma non è più sostenibile. Abbiamo bisogno di risposte concrete». Il capitano e i suoi compagni hanno tenuto a precisare il loro legame con i colori sociali: «Ci dispiace molto, tutti questi ragazzi amano l’Olbia e lo hanno dimostrato sempre fino ad oggi, ma ci servono risposte. Non avrebbe senso continuare così».
La sospensione degli allenamenti assume i contorni di un vero e proprio ultimatum. L'obiettivo è duplice: «Aspettiamo per vedere se arriveranno i pagamenti oppure qualche risposta sul futuro». Non si tratta di una fuga, ma di una richiesta di stabilità: «Nessuno vuole andare via però la situazione è insostenibile».
La gravità della situazione coinvolge tutti: «Vale per tutti i ragazzi compresi lo staff e la dirigenza». Un pensiero di ringraziamento è stato rivolto a chi ha cercato di aiutare nelle retrovie: «Ringraziamo Degortes, Checco Milia e tutte le persone del comitato ma non si può continuare: abbiamo bisogno di garanzie».
La frustrazione del gruppo è amplificata dalla mancanza di comunicazione diretta con i vertici. La risposta attesa da parte della proprietà per venerdì «non è mai arrivata». Ragatzu ha chiarito che i giocatori non stanno cercando colpevoli: «Noi non facciamo nomi, al momento non abbiamo contatti diretti con nessuno», ma le informazioni che giungono sono frammentarie.
L'obiettivo primario del collettivo non è la polemica, ma la sopravvivenza del club: «Il nostro obiettivo è quella di salvare questa squadra, non vogliamo andare via. Speriamo che tutto si sistemi il prima possibile, nessuno sta abbandonando la nave».
Infine, un ringraziamento è stato rivolto al supporto incessante della tifoseria, soprattutto in un momento così delicato: «Ci teniamo come squadra a ringraziare la curva e tutti i tifosi che ci hanno sostenuto perché oggi è stato particolare. Gli ringraziamo per averci sempre incoraggiati». Nonostante la passione, la ragione ha prevalso sulla volontà: «In questi mesi la voglia di giocare ha prevalso però adesso non si può più andare avanti. Abbiamo bisogno di qualcosa di concreto per ricominciare tranquilli».
Autore: Redazione Notiziario del Calcio / Twitter: @NotiziarioC
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