Al termine della gara contro il Foligno, il tecnico del Siena, Tommaso Bellazzini, è intervenuto in sala stampa con un’analisi che coniuga l'amarezza per un risultato ritenuto eccessivamente punitivo con l’onestà di ammettere i difetti della sua squadra. La sconfitta è stata, secondo l'allenatore, in gran parte auto-inflitta.
La squadra bianconera, ha spiegato Bellazzini, aveva iniziato bene l’incontro, eseguendo alla lettera quanto preparato: «Il piano tattico era ben fatto, riuscivamo a fare quello che avevamo provato in allenamento». Tuttavia, l’andamento della gara è peggiorato rapidamente: la squadra è diventata "farraginosa nel trovare le uscite" e ha subito il primo gol su calcio d’angolo. Il vero punto di non ritorno, però, è arrivato dopo la pausa: «Nel secondo tempo ci siamo fatti gol da soli», ha sentenziato l'allenatore, sottolineando come la squadra si sia trovata sotto di due reti contro un Foligno forte e in condizioni ambientali non semplici. Il risultato finale di 3-1, giunto al 95', è la drammatica conclusione di una gara complicata, il cui esito, amaro, è dovuto a «un calcio piazzato e due gol regalati».
Il tecnico ha voluto ricondurre la sconfitta alla realtà, sottolineando la forza dell'avversario: il Foligno è una squadra competitiva che l’anno scorso è arrivata seconda e che è destinata a chiudere il campionato nei primi tre posti. In questo contesto, il Siena non è stato "sufficientemente bravo nel superare questo tipo di ostacolo." La stoccata di Bellazzini è andata a chi, forse, aveva sottovalutato la categoria: «Se qualcuno pensava di passeggiare in queste partite aveva aspettative troppo alte», ricordando che il Siena, al momento, deve partire dalla sesta posizione ottenuta nella passata stagione.
La difficoltà si è amplificata quando la squadra è andata in svantaggio. L'avversario, infatti, ha impostato la gara rinunciando a giocare per dedicarsi esclusivamente a togliere la palla, una situazione che, unita al gol subito, alimenta l’«ansia» nel Siena. La soluzione, ha detto il tecnico, sarebbe stata giocare «più in verticale» nella ripresa, ma la squadra «non siamo abituati» e il vento contrario ha trasformato il tentativo di rimonta in «una montagna da scalare».
Nonostante le difficoltà, il tecnico ha chiesto equilibrio nell'analisi: «Siamo all’undicesima partita, abbiamo fatto gare buone e partite meno buone. Fa parte del processo». Pur ammettendo che la squadra non ha disputato una gara "brillante," il risultato finale è «fin troppo ingeneroso». L’unica strada da percorrere è il lavoro continuo. L’appello finale è alla calma: «Non eravamo perfetti quando vincevamo, non eravamo da buttare oggi».
Autore: Redazione Notiziario del Calcio / Twitter: @NotiziarioC
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